Friday, 20 January 2012


"Ma sarà mica quella rondellina?" avrebbe chiesto curioso e perplesso Capitan Schettino alle prime avvisaglie di malesseri navali. Chi avrebbe mai potuto immaginare il seguito? Il tutto solo perchè, secondo la cronologia giornalistica, era troppo ubriaco, poi troppo drogato e poi ancora troppo impegnato a mostrare un prezioso remo in fagianite ad una sua amichetta moldava non registrata tra le entreneuse di bordo (cosa inaudita in un paese dove il governo è sempre andato avanti a spinta di truoje). Eppure sentiamo manchi la domanda fondamentale. Difatti, partendo dal presupposto che noi non faremmo attraccare nemmeno il nostro gommone per la pesca delle arselle a Johnny Schettino, bisognerebbe chiedersi chi lo ha messo in quella posizione di comando. Da solo di sicuro non c'è arrivato.
E mentre lo stivale provvede alla crocifissione immediata dell'uomo, che tanto siamo tutti contenti con un capro espiatorio autorevole tra i coglioni, con tanto di inchino navale (aspettiamo a gloria lo sciacallaggio su quel che resta della nave - e resta tanto), nessuno gli riconosce il merito di aver fatto slittare l'inizio dell'ennesimo reality isolano, se non fosse per le dichiarazioni della stessa moldavina che si lascia andare con occhi sognanti da badalìchetroionechesono ad un "ero con lui, è un eroe", che ha un po' la stessa valenza della Colombari che definisce Costacurta il suo Rocco Siffredi.

Con la delusione nel cuore per non aver visto nemmeno un plastico della nave decantato da Vespa, possiamo solo accontentarci dei tre scogli sicuri della classifica frangiflutti più seguita nelle capitanerie di porto: Lo Stronzo della Settimana.
Al terzo posto il principino più amato d'Italia, che, non pago del suo debutto ne Il Principiante - il lavoro nobilita, l'ennesimo inquinamento visivo che dovrebbe far vedere il nostro affezionatissimo affaccendarsi in operazioni quali lo stirare, il cucinare un uovo nel tegame (di sua madre), fare la peggio peggio nel vasino, avrebbe millantato presenza al prossimo festival della canzone italiana addirittura in coppia con Morgan. Tana per il principino, ce l'avevi quasi fatto. Ci erano cascati tutti, persino il nostro fidato scudiero Ravanello.
Secondo pallido posto per Alessandra Mussolini, altra punta di diamante della nostra bella politica del chi ama la mamma vota la fiamma, che, messi ormai dietro le spalle trascorti cinematografici eccellenti (come dimenticare gli opinabili ruoli in commedie anni 80 di grido) nel tempo libero si scaglia contro Travaglio sottolineando il disappunto recondito nelle sue opinioni con l'utilizzo verbale, guarda il caso, di un cazzo. Avanti ragazza, pala e piccone che in miniera c'è ancora tanto da fare.
Primo posto con l'aureola targato chiesa cattolica con un mite parroco che avrebbe estromesso un bimbo down dalle giuoie della comunione. Oh malandrino! Oh meschino! Le motivazioni di Padre Patrick Mungovin sarebbero basate sulla logica irremovibile secondo cui la downezza impedirebbe al pupetto di "capire la preparazione" e di "apprezzare la Messa". Ma, caro padre, qualcuno ci ha mai capito qualcosa della preparazione? La cosa puzza. Che il clero in questo modo voglia negare l'evidenza del fatto a sua immagine et somigliantia? Che si voglia in questo modo nascondere la possibilità di un dio down?
A Padre Mungovin dunque l'ambito premio consistente in una foto autografa di Schettino mentre mangia un piatto di fagioli con la cotica e, ondeggiante su una sedia, sposta il peso del corpo sulla destra per ostentare il suo odoroso apprezzamento.
Alla prossima settimana!

1 comment:

  1. siamo alle solite. non è che cambi molto con quello che è accaduto con certi politici. chi è che li ha messi in posizioni di potere?

    ReplyDelete