Friday, 30 July 2010


Il giornale di oggi recita: "Per vedere il Papa si pagherà il biglietto". Nella fattispecie, per assistere a due eventi (mica ne bastava uno) della visita di Benedetto XVI negli UK si dovrà pagare un biglietto. Lo scopo (sembra) è quello di alleviare il peso di un viaggio definito "molto costoso" (e voi che vi chiedevate che fine faceva l'ottopermille). Per il Vaticano però si
tratta solo di un "contributo".
Immediata la reazione della Regina: "Protesto vigorosamente e regalmente! Mi opporrò con ogni mezzo, compreso il far scendere in campo le mie scimmie-fonzie reali!"
Preoccupazione dalla Casa Bianca, che teme sempre di più il concretizzarsi di un futuro alla Pianeta delle Scimmie.

Monday, 12 July 2010

DeconstЯuction of the MemoЯies # 1




Tutti, almeno una volta nei suoi 40 anni televisivi, ci hanno pensato... a round of applause for Pippi ed i suoi cazz... ehm... e le sue calze.

Thursday, 8 July 2010



Facciamo finta che vada tutto bene. Facciamo finta che non siano passati tutti questi anni. E visto che ci siamo facciamo anche finta che tutto questo non stia per accadere in un terratetto in quel di Criptalie, ma in un qualsiasi posto sul Sunset Boulevard tra puttane travestite da donne in carriera e automi lunedì-venerdì con stivali e catene da finto rocker.
Questo si diceva Greg salendo a due a due i gradini in marmo della palazzina in pieno centro, pronto ad incontrare colui il quale aveva contribuito a rendere le esibizioni dei Maribor, la band liceale di Greg, reali e contemporaneamente simili in tutto alle sagre del cinghiale di Montespertoli. Con tanto di panini alla coppa e roboante gruppo elettrogeno a colmare i silenzi tra un pezzo ed un altro, di modo che tra Smoke on the Water e Cocaine il pot-pot-pot-pot-pot non mancasse mai.
Saverio Trippa, un incrocio tra un fratello Baldwin obeso scelto a caso e Big Jim sotto l'effetto di pesanti droghe, trascorreva tre quarti della sua mattinata sul divano, alternando in modo sublime e disarticolato programmi come Forum a telefilm come Supervicky. Tanto che intorno alle due del pomeriggio arrivava quasi a convincersi di poter chiudere anche la sua di figlia in uno sgabuzzino, al pari del signor Lawson. Il punto cardine però era che mentre Ted Lawson era un ingegnere esperto in robotica, Saverio Trippa affittava semplicemente attrezzatura per concerti, distinguendo a malapena una Peroni da una Ceres. Senza stare a sottolineare che Lucilla, la figlia di Saverio, non era ne un androide ne dotata di forza sovrumana. L’unica cosa oltre l’umano che quella ragazza poteva avere era la bruttezza, rimasta immutata nel corso degli anni; insieme alla sua voce, al cui confronto il latrato simultaneo di quattro cocker in piena crisi ormonale ad aprile sarebbe sembrato un coro angelico.
Saverio non rispondeva al telefono né tantomeno al citofono. Anni prima si era autodichiarato produttore musicale, lanciando nel panorama provinciale artisti dalla dubbia fama come K-lino, un polistrumentista in erba passato dai banchi della frutta direttamente all'armonica a bocca, e Hot Wine, un ex pescivendolo con voce sette ottave oltre il vagito di un qualsiasi neonato a cui hanno rivelato che quello è solo il cordone ombelicale. La verità era che il signor Trippa di musica ne sapeva ben poco e oltre alla collezione sconfinata dei vinili di Fausto Papetti, sulle cui copertine tutti almeno una volta in gioventù avevano schiaffeggiato il papero, non possedeva molto altro. Sicchè i due pseudo artisti fecero davvero molta poca strada. Il primo finì col vagare per le strade senza meta tanto che venne più volte dato per morto. Il secondo tornò a vendere pesce, mitili e molluschi al mercato, questa volta però utilizzando ogni volta il suo primo ed unico singolo, “Lez go to fish, go!”, come colonna sonora.
Dal canto suo Saverio aveva continuato ad affittare semplicemente strumentazione e non potendosi permettere una segretaria, il suo solo tramite comunicativo con chi lo cercava era la figlia. Chiunque avesse avuto bisogno dei suoi servizi o delle sue attrezzature in nolo doveva prima superare lei, la cui unica funzione era riferire a suo padre in tempo reale lo scambio di battute che avveniva con il potenziale cliente.
Tutto questo, chiaramente, ad un volume quattro volte superiore.
“Che vuoi?” gli chiese Lucilla, affacciandosi alla finestra del primo piano.
“Ehm... ciao!” balbettò Greg, sentendosi a disagio peggio che alla sua prima esibizione. “Cercavo Saverio. E' in casa?”
“CHI È?” si sentì urlare da dentro.
“UN TIPO PAPÀ. CERCA TE!” urlò la ragazza a sua volta.
“E CHE CAZZO VUOLE?”
“NON LO SO! Cos'è che volevi?” gli chiese, tornando ad un volume umano.
“Volevo solo chiedergli della strumentazione in affitto. Non so, un po' di cavi, fari e strobo... le solite cose, insomma.”
“PAPÀ!” urlò ancora.
“EH!?”
“FARI E STROBO!”
“ECCO, DEV'ESSERE UN ALTRO RAGAZZINO CHE CREDE D'ESSERE UN ARTISTA. NELLA MONNEZZA LI TIREREI TUTTI! FALLO ENTRARE!”
“Entra, va'!” lo invitò lei guardandolo con sufficienza.
E Greg entrò.

( tratto da "Greg and the Tropea Onions" - MDX Ediz. 2003)