Friday 30 September 2011


Mettiamola così. A Franca Angelina Bertazzi non sono mai andate a genio le riunioni condominiali ed il turpiloquio. Questo per via dei suoi natali parigini e della sua spiccata propensione ad usare un linguaggio colto e sì forbito da portarla a chiedere all'ortolano Martin non le zucchine ma, come le piaceva tanto definirle, "quelle cose così simili ad un cazzo". Così, quando nell'ormai celeberrima (e anche un po' celebrissima) riunione condominiale di Rue de Rivoli del settembre dell'86, la bella Franca rispose all'acciderbolina di Monsieur Annicchiarico impartendogli 17 randellate in pieno muso con il crick di suo marito Eupremio Lantier (carpentiere di Velletri ma con origini parigine), comprese che forse aveva tra le mani un vero e proprio uovo di Colombo con cui sistemarsi a vita. Da lì a far nascere una nuova linea di crick pacificatori di lite il passo fu breve e già l'indomani tantissimi conti e marchesi facevano la fila per comprare il proprio crick da passeggio, quello per le serate di gala, fino ad arrivare al deuteronomio, pesantissimo crick da 12 chili in ghisa qui reclamizzato da una spumeggiante Franca, per le occasioni particolari quali cene in famiglia, matrimoni e feste comandate dove chiunque, rivedendo parenti di cui giammai sentiva la mancanza che chiedono il perchè della furia omicida con cui vengono stesi, potrebbe urlare fiero "le crick? c'est chic!"

Tralasciando quest'ottimo rimedio che tanto scalpore ha suscitato nel quotidiano meneghino ultimamente, non possiamo che decantare quell'ovvietà di cui tutte le volte siamo dimentichi: Lo Stronzo del Mese.
Tanti sono stati i contendenti e le nostre scimmie prete da passeggio si sono scervellate nel capire chi fosse davvero meritevole di tale primato. Poi, dopo aver compreso che primato e primate erano due parole differenti, hanno deciso di porre fine alla loro esistenza lasciandoci le loro ultime volontà. Tutti gli assassini un tempo protagonisti dei salotti bene hanno sgomitato per una menzione, ma noi, nonostante una Erika che sostiene le manchi la mamma (o non le avevi tirato settemila coltellate?), nonostante una Annytorrance Franzoni che non ricorda più una ceppa (Samuele le 17 calcagnate sul capino se le è piantate da solo, non lo sapevate?) o quell'anima candida coltivarapini di zio Michele che sogna la nipotina in braccio a cristo e ci scrive su un libro (Editrice Albatros, fatti avanti perchè son soldi sicuri), non ci siamo mossi a compassione. Addirittura il mondo animale ha sperato di vincere sacrificando due dei suoi più prestigiosi rappresentanti: l'orsetto idiota Hope e l'opossum strabica Heidi. Cosa volete, siamo dei tradizionalisti, e quando cercano di entrarci nelle pernoste con bavagli ad personam facendoceli passare sotto il naso non possiamo che sorridere a tutte le notizie coperta atte a coprire il fumante merdaio che il 4 ottobre inizierà il suo iter in Parlamento. Il nostro plauso mensile va dunque a tutti quei promotori legislativi, a quella lunga fila di doppiopetto puttanieri, a quell'enfasi di canotti che rimpinzano labbra di zoccole in carriera parlamentare e chi più ne ha più ne metta, che ci vorrebbero zitti e buoni a chinare le braghe mentre col sorriso piantano ombrelloni su quelle assolate spiagge che fanno rima con "i nostri culi". A tutta questa serie di mangiapane a tradimento - e quanto ci piacerà leggere tutta quella serie di amenità sulle crisi economiche che prevedono tagli dovunque tranne dove servirebbero sul serio - possiamo solo augurare il calore e l'eleganza dei trattamenti di Mademoiselle Francà.
Alla prossima settimana!

Thursday 29 September 2011

IdiosincrasiAlterata
(incrickata dall'Astroungarica Teletrasbordi Maldida)
presenta:

Wednesday 28 September 2011


Cari amici, avrei voluto cominciare questo discorso dicendo: mi spiace, indirizzando il vostro interesse a questo vecchio ma rinnovato postribolo avete trovato una brutta sorpresa, cioè l'aumento di prezzo...

Poi, però, ci ho ripensato: l'aggettivo brutta va anche bene, ma perché sorpresa? Io, tutti i giorni, passo almeno un quarto d'ora a esaminare i cataloghi di mignotte, e vedo sempre questa o quella meretrice che è aumentata di prezzo; quasi non ci faccio più caso, e comunque non mi sorprendo di certo. Come potrei, d'altronde? La vulva non può che seguire il passo degli altri prodotti di consumo, perché è pur sempre un prodotto,anche se appartiene alla sfera pratica e non a quella cuturale. E le miss, nell'ambito delle zoccole, non sono certo un prodotto più povero degli altri: così può essere sembrato in passato, probabilmente perché i magnaccia si concentravano, per questioni di concorrenza, solo sul problema del basso prezzo anziché sulla qualità. Oggi non può e non deve essere più così, e il prezzo giusto, rapportato cioè ai costi, è l'unico modo per garantire la continuità del meretricio, per far sì insomma che la prostituzione non muoia: è ciò che dico sempre quando (per fortuna raramente) giornali, radio o tivù mi intervistano sul futuro dei bordelli, ed è ciò che dico anche a voi in questo momento, in cui le nostre ragazze si allineano alle altre prostitute che già da tempo costano di più. Non senza contropartita, però: l'aumento ha anche conseguenze positive, stimolando il nostro impegno professionale e spronandoci a offrire prodotti sempre migliori, degni della tradizioni della Casa di appuntamenti e delle aspettative di un pubblico vastissimo, che ci ha sempre seguiti con affetto e stima.
Non solo: già da qualche mese, come forse avrete notato, i culi delle puttane sono notevolmente migliorati e in questo numero migliora, di molto, anche il lavoro dei chirurghi plastici. Vi assicuro che si tratta di salti qualitativi non indifferenti, e altri speriamo di poterli fare in futuro, seguendo come sempre le vostre critiche e i vostri suggerimenti.
Che altro dirvi? Solo grazie. E buona trombata.
Enzo Mirigliani

(Come dice, Ingegner M.? È Sergio Bonelli che dovevamo ricordare, non quel citrullo del patron di Miss Italia? Oh, beh. Mi sa che ci stiamo larghi lo stesso).
À la prochaine,
E.

Monday 26 September 2011


L'autunno appena arrivato vi causa già conati di vomito? Siete dei cinquantenni rincoglioniti che non riescono proprio a non sorpassare senza sfondare teste a colpi di crick? I vostri rappresentanti politici di tutto parlano tranne che di abbassare i loro stipendi?

Non agitatevi. Nonostante gli infallibili calcoli Nasa, satelliti sulla testa non ve ne cadranno per ora ed il lexotan, insieme alle supposte calmanti di tavor, lo prescrivono ancora con molta facilità. A colorare il vostro scialbo e misero quotidiano, invece, ci pensa - potete giorcarvi il libero arbitrio - l'Idiosincratico.

In questo brillante numero settembrino il prof. Teresio Fardas illustrerà le basi del nuovo Italiondo, un idioma frizzante e fresco che servirà a tutti i blogger vecchi e nuovi per far sopravvivere nel web i loro liberi pensieri e le loro adorabili minchiate a quella spada di damocle di censura tristemente nota con lo scanzonato nome di norma ammazza blog. Tutti i trucchi, quindi, per usare al meglio verbi come puffare, parapappare e sbananare insieme a neologismi di gusto barocco come Gustavdoré al posto di un più imputabile minchione.
In più, proprio per non farsi mancar nulla dopo la lista che snocciola la gaiezza di alcuni politici, vengono rese note le liste più sconvolgenti di quelli che:
- nessuno si spiega siano lì eppure qualcuno li avrà anche votati;
- più piste che nemmeno Niki Lauda e stiamoci un pochino attenti a queste narici arrossate, il periodo delle allergie alle castagne è dietro l'angolo;
- datemi un martello, che cosa ci vuoi fare? lo voglio dare in testa a chi non mi va.
Sulla lista dei politici manolesta l'idiosincratico chiude un occhio per non sprecare troppe pagine e perchè, in fondo, se da una parte Bertold Brecht sosteneva che "il vero ladro non è chi rapina una banca ma chi la fonda", si potrebbe quasi dire che il vero stronzo non è il politico che ruba ma chi lo vota.
Per fortuna ci pensano le serenate del nostro buon Adolfo Gaetano Hitler ad allietare le orecchie klingoniane di Eva Maria de Guadalupe Braun e le nostre nell'ormai seguitissimo 3 Reich sopra il cielo.
Cosa volete di più allora? Belen che spigreca di mezzeria come testimonial? L'idiosincratico vi attende su tutte le bancarelle nappoaccentate a fine di qualsiasi concerto (cercatelo tra le maglie di Vasco e quelle che solitamente compra la Minetti) e come sollazzo in tutti i saloni di barberìa delle province di Bologna, Perugia e Brescia.
Check it out!

Sunday 25 September 2011

Con quale gaudio e quale gioia mi tocca accogliervi oggi, austeri lettori, alla vostra rubrica domenicale preferita? Con nessuna, amici miei, con nessuna.
No, non è perché ho dormito quattro ore di fianco ad un energumeno eugubino barbuto e superdotato che oggi sono così scorbutico, ma per via del male che attanaglia ogni uomo in determinati periodi della propria esistenza: la mancanza di un utero da impollinare.
Ed è così, con la morte nel cuore, che vi introduco a ciò per cui questa rubrica è nata: raccontarvi una nuova, fantastica ed emozionante biografia.
Una biografia coi baffi.

Il 20 febbraio del 1953 nasce a Milano uno degli uomini più influenti del nostro pianeta, che, grazie alla sua dialettica e il suo asma imperante, ha condizionato i nostri acquisti per decenni: Roberto Da Crema.
Grazie a questa mitologica figura, metà baffoni alla Stalin e metà riccioloni alla Gullit, nel corso degli anni ci siamo ritrovati in casa gioielli come i famosissimi orologi russi Raketa, precisi fino al millesimo di secondo, in giubbini ecologici in pelle-e-e (e non chiedetemi per cosa sta la –e-e perché nessuno l’hai mai scoperto), e la utilissima scala snodabile.
Ma no lettori, non è per questo che vogliamo ricordarlo, ma per un’altra ben nobile missione: averci insegnato nel 2004 in tv il lessico dell’alta politica, usato dai nostri leader per avvincenti e combattute arringhe.
Qualche anno fa il Nostro, grazie all'acquisita fama, si è anche candidato come consigliere a Milano, appoggiando il famoso partito “Forza Panino".
Che dire, ti ringraziamo Roberto perchè anche noi, adesso, possiamo addentrarci nei meandri dell’italico idioma per suggestivi dibattiti sulla questione morale insita nel nostro paese.

Alla prossima, con più garbo.


Saturday 24 September 2011

Friday 23 September 2011


E' mestiere tutt'altro che facile quello del Frisatore. L'antica arte del frisare [fri-ʃà-re] o del frìso (sec. XIV; francese friser - il lisciare sfiorando; lo sfiorare, il rasentare ‖ Frisare la palla, nel biliardo e nelle bocce, sfiorare una palla con quella tirata) affonda le sue radici nel tardo medioevo, quando i prodi cavalieri di ventura eran soliti usare l'antica arte del frìso per alleviare le pene di leggiadre fanciulle in età da marito, vanificandone in un sol colpo corredo e leggiadrìa di pudenda. Lo stesso Dante ne parla in una prima stesura dell'Inferno chiudendone la cantica con un elegantissimo "E frisando uscimmo a riveder le stelle". All'uopo fa eco il valido reperto fotografico che ci riporta all'occhio i bei tempi in cui Aristide Hèctor Massaccesi trascorreva i tardo pomeriggi d'aprile nel frisare con garbo e maschia sicumera le terga di una sorridente Ermenegilda Bortolotti, inutile e italica sosia di Marilyn dedita alle supposte di vicodin e, ma questo è sin troppo manifesto, all'abile mestiere del maneggiar mazze.

Ma non si parla di mazze quando si è di fronte all'ambito titolo di Stronzo della Settimana.

Al terzo posto, giusto per non essere da meno al Messico con la sua maestrina eroina intenta a calmare i pargoli durante una sparatoria, lo stivale propone una maestrina che il bell'epiteto appartenuto a tanti protagonisti di epopee latine preferisce adoperarlo per endovena. Onore e gloria quindi a colei che nei bagni di una scuola elementare fiorentina è riuscita a trovare un sapone delicato per le mani, un'overdose ed il nostro bronzeo riconoscimento.
Il secondo posto ci presenta una spinosa débâcle che se da una parte vorrebbe propendere all'assegnazione dell'argento agli organizzatori inglesi del Child Club di palahniukkiano sapore, dall'altra non può certo restare indifferente a quel simpatico mariuolo che, armato d'arma bianca e col volto coperto da una mutanda firmata, si è introdotto in un alimentari della provincia di Brescia, intimando alla sessantottenne proprietaria di consegnargli l'incasso, gli averi tutti e queattro etti di speck tagliato fine. Il manzoniano bravo, però, non ha intimorito la carampana, che, per tutta risposta alle sue minacce, ha adoperato i denti d'acciaio che furono di Squalo, temibile tirapiedi di 007 - La spia che mi amava, per mordere a sangue il braccio del pericoloso manigoldo, che ha dovuto suo malgrado ripiegare su una più onorevole fuga prima che la mordace nonnina mirasse in seconda alle palle.
Il primo posto rende invece del buon pane dove per mesi è stata regalata della croccante focaccia. Oro fino a ventiquattro calci nei femori a quel birbante di Julian Assange, il quale, dopo aver fatto furore con le sue verità a tutti i costi direttamente da wikileaks, lamenta ora violazioni di privacy contro la casa editrice Canongate Book's, rea di aver pubblicato una sua biografia non autorizzata, eppure stranamente basata su almeno 50 ore di interviste per le quali lo stesso Jiulian aveva ricevuto un lievissimo indennizzo per il disturbo (400mila regine inglesi coronate). Tranquillizzati pure caro Julian, a consolarti ci penserà il buon Aristide, che asciugherà le tue lacrime, carezzerà la tua nuca e rasserenerà i tuoi malumori adoperando il suo paradisiaco pingone da chilo per farti provare da protagonista passivo la delicata arte del frìso.
Alla prossima settimana.

Wednesday 21 September 2011


Teste rotoleranno. Scorrerà il sangue. Si pentiranno di quello che hanno fatto.
In Rai tutti corrono a nascondersi, i dirigenti sono stati visti in ginocchio sotto le scrivanie, e persino i lacchè meno importanti tremano come foglie.
No, amici lettori, il popolo televisivo non si è finalmente rivoltato, nemmeno dopo mezz'ora di strenua difesa dell'indifendibile da parte del servizio pubblico. È solo arrivata la donna con le idee più innovative della tv, col programma più fresco e accattivante, con lo staff più giovane che il panorama mediatico possa offrire.
Patrizia Mirigliani ha fatto il diavolo a quattro, i fogli volavano spinti dall'impeto delle sue urla.
Com'è possibile, domandava irata, che gli ascolti di Miss Italia siano rimasti così in basso?
Già, le facciamo eco noi di DoReFartBurp, com'è possibile che un branco di illetterate al limite del minorenne (che è tanto tornato di moda, a onor del vero) che in vita loro avranno al massimo letto Moccia ed hanno l'unico merito di far arrapare degli anziani segaioli non attirino più il pubblico come un tempo? Eppure, diamine, conduceva Frizzi, mica la rediviva salma di Mike Bongiorno!
Del resto, povera Mirigliani, ha ragione: con tanta pochezza che c'è in giro, l'altrimenti piatto elettroencefalogramma dello spettatore medio doveva avere un sussulto proprio col suo programma?
La nostra scommessa è questa: dal prossimo anno Miss Italia sarà un reality che andrà avanti un mesetto o due. Chi ci sta? Tanto se perdiamo noi paga l'adorabile Ingegner M.
À la prochaine,
E.

Tuesday 20 September 2011

IdiosincrasiAlterata
(finanziata dall'Agorafobica Trasferte al Martedì)
presenta:

Monday 19 September 2011


Che la scienza ed il progresso non avessero limiti lo avevamo capito da tempo, precisamente da quando scoprimmo come incendiare i nostri iati intestinali senza dover necessariamente dar fuoco al nostro apparato riproduttore. Eppure la fluorescenza felina supera qualsiasi nostra previsione di futuro apocalittico. Sarebbe nelle abili zampe di mici geneticamente modificati, previa introduzione di una piccola carica nucleare all'interno del loro retto, l'ultimo scudo della scienza contro il virus dell'hiv. Immediato l'entusiasmo del pontefice, che pensa già di spedirne 45mila esemplari in Africa quanto prima. Non sia mai che venga in testa a quei neger di usare dei preservativi.
E non è tutto. Si vocifera che sia già in genetica produzione tutto un campionario di soriani fluorescenti anti tumore allo scroto, di persiani blu cobalto striati di rosa per l'epatite e di certosini a pelo lungo intermitterti modello strobo da discoteca per debellare finalmente l'incontinentia deretana.

Sunday 18 September 2011

Buongiorno gentili utenti, e bentornati, dopo un estenuante pausa estiva imposta dall’amato Injenier M, alla rubrica preferita da Braccobaldo: la Nouvelle Cuisine di IdiosincrasiAlterata.
So già,vanitosi lettori, cosa state pensando: “chissà quante buone ricette avranno preparato gli chef durante la pausa estiva!”.
Invece un cazzo di nulla.
Siamo stati impegnatissimi a ricevere numerosi premi alla Gran Fiera Internazionale del Coito Culinario di Joppolo Giancaxio (AG), ove, numerose personalità del mondo della cultura, dello spettacolo e della politica, hanno tessuto le nostre lodi rendendoci rossi paonazzi e facendoci gongolare come manco il nostro premier davanti a un pezzo di patonza di 47 kg.
Vi riportiamo, chiaramente, i commenti più belli e significativi, quelli che più ci hanno fatto sollazzare e lusingare:

“Sicuramente, la rubrica culinaria migliore che abbia mai letto. Grazie a loro ho fatto scorpacciate fantastiche e vinto numerose gare di rutti” (Mahatma Gandhi)

“Ero in un angolo a bere lo champagne del nostro ospite con Miss Ingrid Bergman e le dissi: Figliola, questa è la rubrica culinaria migliore al mondo. Poi me la infiocinai.” (Ernest Hemingway)

“ Ste ricette farebbero resuscitare i morti!” (Mike Bongiorno)

“Se non altro ora so che con la testa di cavallo posso fare anche ottime bistecche!” (Jack Waltz)

“Sempre più in Idiosincrasialterata matura la convinzione del dissidio tra i sogni della gioventù e la cruda realtà dell’età matura. Essi vedono la giovinezza come un mito, un periodo della vita non solo loro, ma di tutti gli uomini, intessuto di sogni e di speranze che l’età matura distrugge. “Nouvelle Cuisine ” si regge su un processo di generalizzazione o di simbolizzazione, per cui un fatto contingente suggerisce agli chef una meditazione più vasta, viene preso a simbolo di una caratteristica essenziale, della natura umana. La disillusione, che prima era limitata al sentimento della propria infelicità personale, ora, dopo il 1828, è diventata certezza dell’infelicità universale.” (il Gabibbo)

“Dove sono le puttane che mi avevate promesso?” (Giorgio Napolitano)

Che dire, siamo commossi da cotanta attenzione.
Tornando a noi, volevate una ricetta? Beh, non c’è più spazio.
Dai, su, non protestate! Facciamo così: aprite una scatoletta di tonno, versatela su ‘du spaghi, mischiate il tutto e ingozzatevi, maiali.

Alla prossima.

Friday 16 September 2011


Quello del Chitarrista Emozionale è un mestiere affatto facile. Ci vuole passione, occhio trombino non ricambiato, dedizione e propensione a lunghe serate di solitudine masturbatoria preparativa alla causa. A chiunque sarà capitato di aver a che fare con questi alle volte timidi gaglioffi, i quali, armati di tirabaci e chitarra preventivamente scordata per far sfoggio del loro sottile orecchio nell'accordatura, si domostrano sempre prontissimi a decantare il loro torbido repertorio canzonettistico con solide basi di Mille Note (sacro testo cabalistico del provetto sfrangiadenoidi da spiaggia), spaziante da un Battisti ad una Nothing Else Matters, ma passante sempre e comunque per Wish you were here. Nel valido esempio fotografico viene immortalato il momento in cui Manuelo Tarallucci (33 anni a novembre) surfa nel golfo di Tripoli sulle struggenti note di "ò zappatore", il cui verso "felicissima sera a tutti sti signure ncruvattate, a chesta cumitiva cussì allera, uommn' scic e femm'ne pittate!" gli è valso i ventisette meritati calci nel culo, impartiti dalla comitiva di arrapatissimi ventenni che con le sue peripezie pentatoniche cercava di deliziare, che lo hanno spedito a settantadue metri dalla costa, dove, continuando a cantare, farà la felicità di affamatissimi barracuda.

Sperando quindi in un suo non ritorno alla res canora, rientriamo nei ranghi settembrini declamando le tre posizioni tre della classifica meno romanzata nelle sceneggiate napoletane: Lo Stronzo della Settimana.
Al terzo posto, con immenso dispiacere per non esser riuscito a far di meglio, il nostrano Max Giusti, che dalle pagine di un quotidiano esprime il suo parere (ci mancava d'altronde) sull'Alta Velocità, definendola "una fantastica esperienza che mi ha cambiato mentalità" e invitando tutti ad usarla. Grande Max, ottima osservazione, utile soprattutto per quelle milionate di persone che i costosi biglietti di quei carrozzoni non possono permetterseli e devono accontentarsi ancora di quei ferrotrasporti diesel direzione Dachau (con pulci in omaggio).
L'argento, per forza di cose, viene assegnato alla novità del momento: la bella Sabina Began. Volendo citare un piatellissimo film italiano spacciato come commedia, ci sarebbe da esclamare per amore, solo per amore. E' quanto infatti ha sostenuto la neocatecumenale ape regina bosniaca di Arcore in riferimento ai suoi coinvolgimenti con il bunga bungate. E come non credere a colei che i nostri cuori già aveva fatto sussultare con la mirabile e commovente interpretazione di Giulia Roberti nel ninodangelesco capolavoro Aitanic? Del resto dai suoi secondi termini di paragone c'è solo da imparare.
Per l'oro, ahinoi, dobbiamo piegarci all'estro francese e premiare a furor di rete la coppia Rocchesani-Mariotti (e qui ci sarebbe da chiedersi quanto davvero ci sia di francese nel loro sangue) per aver dato vita ad un sito che risolve l'annoso problema del post-relazione, almeno per le donne. Il sito hommepansement.com infatti, basandosi sulla teoria del chiodo scaccia chiodo, fornisce su richiesta ad affrante fanciulle abbandonate dal proprio lui tutta una selezione finissima di cicisbei mervigliosi, spacciati come uomini-cerotto. Uno stuolo di nerborutissimi pistoni fumanti che comprendono tipologie come l'ascoltatore paziente, che ascolterà impassibile i problemi dell'interessata per poi colmare il di lei vuoto con asinina elegantia, fino ad arrivare all'effemminato coccolone d'oltralpe, il quale asciugherà lacrime, preparerà cenette a lume di candela, per poi rallegrare terga su richiesta. Da parte nostra, in attesa che sul web nasca una controparte maschile, non possiamo che proporre a questi francesi dal palato fine e dal gusto fecale il nostro meraviglioso Manuelo in qualità di intrattenitore da pestare a piacimento, su cui sicuramente ogni donna vorrebbe sfogare le proprie ire represse.
Alla prossima settimana!

Wednesday 14 September 2011

IdiosincrasiAlterata
(nonostante gli aumenti dell'Aritmetica Trasbordi Magrebina)
presenta:

Tuesday 13 September 2011


Ne succedono di nuove e tremende ogni giorno, e le maledettissime ferie (che nessuno in redazione avrebbe voluto, ma il dispotico Ingegner M. ci ha costretti, frusta alla mano, ad abbronzarci al caldo sole del Salento, stesi su un comodo materassino galleggiante nel Golfo di Taranto) non hanno fatto altro che accumulare notizie su notizie, ghiottonerie su scoop fenomenali.
Ed ecco che ci ritroviamo a guardarci intorno e a dover scegliere con cosa ammaliarvi, una volta di più. La vittoria va a chi, aspirante Beatle, ha provato ad essere più famoso di Gesù, fallendo miseramente.
Parliamo ovviamente del mai troppo vituperato Justin Bieber, il fastidiosissimo moccioso canadese che già in tempi non sospetti s'era paragonato a Kurt Cobain ottenendo risposte tra lo sdegnato e l'ilare, come se la sua pettinatura non ci facesse già ridere abbastanza. Stavolta l'infante (in realtà è forte il sospetto che sia l'alter ego di Bonini Rodolfo, crudelissimo nano quarantanovenne di mestiere occupatore di sgabello al bar “Caraoche Per Tutti” di Desenzano del Garda -BS-), però, è stato sconfitto suo malgrado.
Infatti non sono state le sue sempre nefaste dichiarazioni a causare il nostro ludibrio, bensì un'utilissima ricerca fatta da un mentecatto qualsiasi sull'onnipresente Facebook, che ha scoperto che le pagine bibliche sono ben più cliccate di quelle che riguardano l'odioso lattante. Lo stesso mentecatto, a onor del vero, sta richiedendo a gran voce il Nobel per la scoperta dell'acqua calda e promuovendo una pagina secondo cui questa zucchina avrà troppi più fan di IdiosincRasialteRata.
Del resto, in tempi in cui i social network hanno ben più importanza dell'Istat, non ci resta che piegarci a 90 e cliccare “Mi piace”.
À la prochaine,
E.

Monday 12 September 2011


Eravamo preparati un po' a tutto nella vergognosa canicola tardo augustea che ancora assillo e sudori causa in pieno settembre. Eravamo con le orecchie ben aperte per l'ennesimo stravolgimento remixato di qualche grande classico estivo dei bei tempi che furono, eravamo organizzati a respingere con forconi extracomunitari che in pieno settembre vogliono ancora raccogliere pomodori, eravamo preparati al decennale della caduta delle torri con festoni a stelle et strisce sui social network ed eravamo preparati persino a ricevere la consueta cartolina di Orfeo durante le sue classiche ferie negli Inferi, dove questa volta si è fatto sollazzare papaveri e papero dalle belle gemelle Agonia Luciana ed Estasi Lucrezia.
Agli scleroni estivi di Vasco, però, nessuno ci aveva preparato.
Cosa possa esser mai successo al rocker di Zocca non ci è certo dato sapere, ma da qualche tempo il buon Blasco ha iniziato a berciare come un comune adolescente in crisi ormonale sulla vita e in pieno trip da social network. Così i suoi video hanno invaso i telegiornali al pari dei vecchi video di quel portatore sano di turbante di Osama Bim Bum Bam e le sue bagarre arteriosclerotiche con quel cantautore di (S)Correggio prima e con un'impareggiabile cima di buon senso come Giovanardi poi hanno aumentato il carico di gossip da sfogliare sotto l'ombrellone, o su una più fresca e porcellanosa tazza di cesso.
Brllante operazione di marketing mediatico? Erano finiti i nani danzanti? O forse il Vasco nazionale, tenendo fede al deandreiano pensiero che vede la gente dar buoni consigli sentendosi come gesù nel tempio, si trova in morse antidolorifiche tali da non poter più dare nemmeno il cattivo esempio?
E se questi pseudo guru musicali dal click facile si concentrassero ogni tanto sui costi dei cd e dei live in italia? Così, tanto per provare un'emozione diversa.