Buongiorno utenti dal sottile appetito e bentornati alla
rubrica preferita dai nutrizionisti di Aleppo: la Nouvelle Couisine di
Idiosincrasia Alterata.
Dopo le numerose proteste arrivate da pacifici e assennati vegani sotto la nostra redazione, abbiamo deciso di proporre una ricetta cruelty-free per accontentare anche i
palati più attenti: l’Insalata Idiosincratica.
Innanzitutto recatevi in un campo di lattuga dove, con la
gentilezza che vi contraddistingue da sempre, chiederete a un cespo di seguirvi
a casa per essere divorato crudelmente.
Lui, nonostante sia un essere vivente
del quale ignorate l’esistenza di sentimenti
o dolore, vi guarderà muto.
Poco male, chi tace acconsente: strappatelo alla sua gente e
portatelo a casa ridendo beffardi.
Ora andate in un bell’oliveto pugliese e aspettate con la
pazienza di Giobbe che un numero sufficiente di olive cada dai rami degli
alberi secolari.
Dopo 32 notti, finalmente avrete 48 olive per produrre 10 cc
di olio extravergine, ma attenzione: non vorrete mica ferire anche loro?
Usate
quindi lo stesso metodo del chi tace acconsente di cui sopra, e poi spremetele con
rabbia una a una, incutendo timore e rispetto nelle olive in attesa della
stessa sorte.
Per un ottima insalata ci vorrebbe anche dell’aceto, ma
siete sicuri di volervi sbattere anche con l’uva? Lasciamo stare e andiamo
avanti con lo spirito di chi sa che meno ingredienti ci sono più una pietanza è sana e gustosa.
Per quanto riguarda il sale, beh, siete certi che è un
minerale, quindi sbattetevene delle buone maniere e prendetene quanto ne volete.
Mettete ora insieme tutti gli ingredienti.
Ammirate quello che avete ottenuto.
Ammirate quello che avete ottenuto.
Guardatevi intorno.
Buttate via il piatto e andate a mangiare al Roadhouse.
Vino consigliato: Ectoplasma di acero.
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