Wednesday 30 May 2012


Siamo stanchi ed è ora di protestare, perché qui ne va della nostra libertà.
Non è giusto pensare che ci sono alcune categorie umane costantemente protette dalla stampa, con noi che, come opinione pubblica, non siamo messi in grado di ottenere la giustizia che meritiamo.
Lo avrete letto tutti: Justin Bieber ha picchiato selvaggiamente un paparazzo. Ora, direte voi, non è mica il primo, non è il caso di farne una tragedia. Sì, ma diamine, possibile che anche cercando in siti d'oltreoceano si trovino magari foto della temibile aggressione (per chi è troppo sensibile per guardare si segnalano graffi, tirate di capelli e copiose lacrime post-rissa), ma giammai il nome del paparazzo malmenato?
Questo inetto privo di dignità si fa pestare da uno scricciolo, ha l'ardire di denunziarlo alle autorità, ma si fa scudo della stampa per non rivelare il proprio nome ed essere (giustamente) schernito dal mondo intero?
Troppo comodo, caro mio, troppo comodo.
À la prochaine,
E.

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