Buongiorno cari amici originalissimi che ripetete
incessantemente “bazinga” ad ogni battuta che fate, e bentornati alla rubrica
più amata dai consumatori del latte di soia: Sotto la Calzamaglia.
Dopo la fallita fine del mondo del 21 del mese corrente, oggi parleremo di un gran bel cattivone dei fumetti Marvel il cui nome potrebbe evocare un tipo di disastro simile a quello pronosticato dai Maya, un
mutante millenario dalla salute precaria, visto il suo colorito emaciato:
Apocalisse.
Nato nel 3000 a.c. in Egitto, viene abbandonato dai genitori in una cesta nel fiume Nilo. Subito il nostro si fa valere a suon
di nocchini e spezzagambe con un altro neonato, tale Mosè, anche lui naufrago
in una cesta concorrente.
Il piccolo rissoso viene raccolto da un predatore di
tombe, tale Baal, che lo adotta e gli da il nome di En Sabah Nur, “Cucinatore di Kebab” in lingua corrente.
Crescendo il Nostro diventa sempre più aitante e bello, ma
dopo una serata di follie con la figlia del primo generale del faraone, nota mignotta ammaliatrice di giovani, viene contagiato da uno scolo potentissimo sempriterno che gli dona il tipo colore bluastro, ma che risveglia in lui dei poteri niente male: super forza, capacità di mutare forma e dimensioni,
teletrasporto, telecinesi, creare campi di forza, cucinare i kebab con lo
sguardo, ascelle sempre perfettamente deodorate e immortalità.
Da quel momento il piccolo En Sabah Nur viene chiamato da
tutti Apocalisse.
Grazie al suo ultimo potere, l’immortalità, il nostro
sopravvive ancora adesso, combinando disastri qua e la, tipo infettare con un
virus mortale il figlio di Ciclope, cercare di distruggere il mondo coi suoi 4
cavalieri, rapire mutanti qua e la per
fare esperimenti per guarire dallo scolo, e cose così.
Non si può non voler bene a questa simpatica canaglia!
Alla prossima.
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