Buongiorno miei cicciottellissimi lettori post natalizi, e
bentornati alla rubrica preferita dai lottatori di sumo kazaki e uzbeki: la
Nouvelle Cousine di Idiosincrasia Alterata.
Oggi parleremo di un piatto della cucina tradizionale del
Kamchatka mentre i cuochi tirano tre dadi a sei facce per difendersi dalla Cina
che attacca con due: il Vitello Tonnato.
Innanzitutto, per un ottimo vitello tonnato avrete bisogno
di tonno fresco e guizzante.
Recatevi quindi nei mari ghiacciati del Caucaso e, vestiti
solo della vostra nuda pelle, tuffatevi in acqua scuotendo con vigore il vostro
piccolo pene che farà da esca. In caso non possediate un pene, cosa assai
probabile, usate i vostri capezzoli durissimi allo stesso scopo.
Sicuramente numerosi tonni abboccheranno alla vostra
trappola, ma non lasciatevi ingolosire dal primo che capita: a voi serve il
Pinne Gialle più ciccione, ergo schiaffeggiate con le vostre escrescenze
pendule i magri temerari e concedetevi solo al tonno grassottellissimo.
Una volta che sarà sazio e appagato di voi, tramortitelo con
droghe pesanti (se oppone resistenza
picchiatelo con un altro tonno) e
rapitelo.
Tornati in patria raggiungete la fattoria più vicina,
adocchiando una vitellona dagli occhi cisposissimi.
Il resto, se mi conoscete, lo sapete già: agghindate per
bene il Tonno ancora drogato in modo tale da farlo sembrare un bel torello, inserite un cd di
musica fusion e fateli accoppiare come dio comanda.
L’essere che nascerà sarà il nostro Vitello Tonnato.
Se siete dei cinici crudeli mangiatelo ancora vivo senza
remore addentando il suo culetto, altrimenti accuditelo e crescetelo come se fosse figlio vostro.
Vino Consigliato: Ah, ma è Ronco(ni)!
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