Friday, 14 May 2010



Il problema per Greg e i Tropea Onions restava sempre il brano di fine scaletta. Dopo un'attenta riflessione avevano deciso di comune accordo di chiudere i loro live con una cover di qualcuno. Un po' perchè è buona consuetudine per ogni band sapersi confrontare e reinterpretare le canzoni di qualche artista morto da abbastanza tempo in modo che non abbia a prendersela a male se la cover fa cagare, un po' perchè fa tanto figo cantare ad un pubblico di diciottenni qualcosa che forse è ignoto anche ai loro padri. In quel periodo c'era la rivalutazione della canzone italiana e Riccardo in una sua trasferta romana aveva visto un bassista che in repertorio aveva messo un pezzo di Ivan Graziani. La cosa lo aveva così entusiasmato che, una volta tornato a Milano, aveva proposto ai ragazzi di mettere in scaletta “Taglia la testa al Gallo”. L'idea riscosse consensi positivi e persino Greg, solitamente riluttante alle cover, aveva approvato l'idea ruttando il suo consenso mixato gingerino.
Tuttavia, la sera del debutto in scaletta della fantomatica cover, Greg era ormai allo stremo della sobrietà dopo sei birre, tre gin tonic ed un bicchiere di amarone; così, facendo leva sul suo ben noto odio per i felini, trasformò involontariamente il testo mettendo come oggetto del titolo un gatto e non un gallo.
Taglia la testa al gatto.
La cantò adeguando man mano il testo con tutto quello che gli passava per la mente, forte di quello che i più chiamarono entusiasmo, ma che in realtà era solo una leggera forma di delirium tremens. Tutto questo mentre, roteando l'asta del microfono, rincorreva sul palco un gatto che probabilmente nessun altro avrebbe mai visto a parte lui.
Sulle prime gli altri non condivisero la scelta di Greg di cambiare le parole della canzone e la cosa fu ennesimo spunto per litigi interni e biglietti omaggio per fanculandia, ma ben presto i video amatoriali di “Taglia la testa al Gatto” iniziarono a circolare nella rete e la canzone divenne richiestissima ad ogni loro live. Amilcare Lanzetti non era un idiota e fece fermentare la cosa fino ai primi giorni di maggio, esattamente fino al dieci, per poi spedire i ragazzi in sala d'incisione e far nascere quello che sarebbe diventato dopo quattro settimane un sicuro tormentone estivo.
Non appena il singolo fece il suo primo passaggio su Radio Rock Mi, gli animalisti si scagliarono in massa contro la band, minacciando ritorsioni, rappresaglie e sit in felini sotto la sede della Accor. Erano riusciti a far sospendere un settantenne da un emittente radiofonica solo per aver associato l'animale gatto all'animale coniglio; non sarebbe passato troppo tempo prima di convincere le radio a boicottare il singolo. Eppure, nonostante gli sforzi profusi nella protesta ed i politici coinvolti, la cosa non avvenne e Greg, spinto dall'euforia e dal suo odio felino, scrisse la perfetta B-side per il singolo, cosa che non fece che rafforzare le polemiche intorno alla band.
Nei primi caldi di giugno la b-side “Aperimicio”, perfetta critica sulla Milano da bere degli aperitivi per alcuni, una cazzata devastante priva di ogni velleità melodica per altri, invase le charts e le radio. Le vendite sarebbero schizzate al cielo, Amilcare avrebbe gioito come un bimbo sotto l'albero la mattina del venticinque, Serena avrebbe stampato una vagonata di maglie con teste di gatto. E le avrebbe vendute tutte. Era la svolta, una gemella di Marylin che debutta sul grande schermo con gli effetti speciali della Industrial Light and Magic, la otto nella buca d'angolo. Inquinamento radiofonico con una massiccia dose di orecchie prive di gusto. E un improponibile quantitativo di culo, chiaro.
“Greg” sorrise la speaker della radio, avvicinando il microfono alle labbra di Greg. “Nei vostri pezzi non risparmiate proprio nessuno. Ce n'è per tutti. Dal papa allo stato, dalla televisione ai cinepanettoni... ma arrivare addirittura ai gatti!?”
“E cosa c'è di male?” rispose inarcandosi sulla sedia e guardando il ragazzetto biondo al di là del vetro che sceglieva il prossimo disco.
“Beh, non pensi che la cosa possa istigare i giovani a fare stupidaggini?”
“Si, certo. Come dici tu cara. Ora non è che mi indicheresti il bagno?”
“Come prego?”
“Il bagno, hai presente? Dove si...” e alzandosi in piedi gesticolò una minzione.
“Ah si... ahah... che sagoma il nostro Greg amici a casa! Lo avreste mai detto?” ridacchiò nel microfono dopo essersi guardata intorno stranita e imprecante.
“Ho capito vai, lo cercherò da solo” borbottò aprendo la porta della stanza. “E magari poi cerco anche un gatto per pulirmi!”
“Ehm... che dite ragazzi, mandiamo un pezzo?”

( tratto da "Greg and the Tropea Onions" - MDX Ediz. 2003 )

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