Sunday, 2 June 2013

Mannaggia i pezzetti, ma oggi è proprio la giornata che tutti aspettavano con ansia! 
No, non parlo del giornata mondiale delle tette al vento, ma della consueta rubrica domenicale amata da tutti gli onanisti fumettari italiani: Sotto la Calzamaglia.
Oggi, Festa della Repubblica, parleremo del super eroe che meglio rappresenta i valori della democrazia e della pace nel mondo: Capitan America.

Steven Roger, meglio conosciuto come Capitan America, è uno di quei super eroi su cui non riesco davvero a scherzare: è una questione di rispetto e stima infinita.
Le sue origini le sanno praticamente tutti, tra siero del super soldato, combattimenti contro i nazisti, sventolando alta la bandiera degli Stati Uniti d’America, e poi in seguito anche a picchiare gli odiati comunisti: scontatissimo eroe nazionale.
Dopo, però, gli autori, per fortuna, hanno visto che qualcosa non funzionava, grazie anche alle scarsissime vendite, e hanno deciso di imboccare un’altra strada.
Oggi, chi non conosce Capitan America, proprio per il vecchio retaggio, quando sente dire il suo nome pensa subito al patriottismo, all’ orgoglio di una nazione invincibile, agli americani che devono essere per forza i più fighi di tutti: antipatia a palate.
Invece no: se superi la prima impressione, approfondisci, leggi e ti informi, scopri che Capitan America è il Bruce Springsteen dei fumetti.
Mi spiego meglio.
Capitan America, proprio come Bruce, è dalla parte del vero sogno americano, quello dei lavoratori che spalano la merda sedici ore al giorno, degli immigrati che rischiano la vita per assicurare un futuro ai loro figli, di tutti quelli che altrimenti non avrebbero voce, ignorati dal governo e odiati dai ben pensanti.
In sostanza rappresenta la più grande critica a quello che è oggi l’America, esplicandone i difetti e mostrando proprio dove il sogno americano ha fallito.
Basti pensare al fatto che quasi in ogni suo scontro con il cattivo di turno, prende una vagonata di mazzate, ma alla fine vince più con le parole e con gli ideali che con i pugni.
E poi, qual’era la fazione figa in Civil War? E chi ne era a capo?
Quindi lunga vita a Capitan America!

(E si, anche a Bruce Springsteen)

Sunday, 19 May 2013


Buongiorno onanistissimi lettori di questa rubrica domenicale, e bentornati a Sotto la Calzamaglia.
Solitamente, dopo un noiosissimo sabato in una città di provincia in cui il mio unico divertimento è stato contare tutte le ragazze con collant a fiori come a scimmiottare la copertina di Blues Funeral di Mark Lanegan (erano tre in totale), beh,  come dire, l’unica cosa che avrei voglia di fare è intraprendere un viaggio verso mete esotiche e frequentatissime.
Invece no, sono qui anche oggi a sollazzarvi come ogni (quasi) domenica con la storia di un supereroe casuale ripescato nella mia memoria infantile da adultolescente.
Nella fattispecie oggi parleremo di Iron Fist.

Al contrario di quello che si possa pensare, Daniel Rand, non era un appassionato di strane pratiche sessuali, né tanto meno di film scadenti di RZA.
Daniel Rand era semplicemente il rampollo di Wendell Rand, ricco business-man americano, che, dopo la morte dei suoi genitori per mano di un rivale del padre, carico di vendetta si recò nella favolosa città di K’un Lun per imparare le arti marziali. 
Lì uccise il drago Shou-Lau, ottenendo così il “Pugno D’Acciaio” che lo rese fortissimo, in pratica come Van Damme, ma più figo e meno sbruffone.
“Che storia originale!” vi sento già ironizzare.
Oh che volete, erano gli anni ’70, all’epoca andavano di moda quelle cagate ricolme di kung fu e mazzate di morte tra Cagariso e Yenkees.
Per fortuna la Marvel se n’è resa conto dopo un po’ e lo ha fatto scomparire a metà degli anni ottanta, salvo apparizioni sporadiche e senza senso.
Ma, colpo di scena, nel 2006 Iron Fist viene riportato in auge, come sostituto di Devil (aka, il supereroe più figo di tutti i tempi®), mentre Matt Murdock è impegnato a schivare saponette nei bagni della prigione cercando di convincere tutti di non essere lui il vigilante cornuto (e mazziato).
Non solo non sfigura come Devil, ma si schiera, durante Civil War, con la fazione più fica e rivoluzionaria, quella di Capitan America, e si fa pure arrestare e deportare nella zona negativa per difendere il buon nome del diavolo rosso.
Ergo, grande rispetto per Daniel “Denny” Rand e lunga vita a Iron Fist!

Sunday, 5 May 2013



Buongiorno miei nerdici lettori domenicali, e bentornati, dopo tanto tempo (mea culpa) alla rubrica preferita dai brufolosi di ogni età: Sotto la Calzamaglia.
Quest’oggi parleremo del fratello più sfigato, se è mai possibile, di Ciclope: il povero Havok.

Havok, il cui vero nome è Alex Summers, ha uno strano e utilissimo potere: assorbe i raggi cosmici e li trasforma in raggi al plasma che emette dal suo corpo.
“Bello!” vi sento già esclamare entusiasti, “quanto vorrei poterlo fare anche io!”
Ok, ora immaginate questo potere durante il coito.
Avete fritto la vostra ragazza; è così bello ora, razza di insensibili?
Inoltre non ci è dato sapere com’è possibili reperire raggi cosmici sulla terra, ma vabbè.
Perché parlare quindi di questo meraviglioso super’uomo?
Beh, perché, da quando il suo fratellino Scott ha deciso di arrostire il mai troppo vituperato Professor Xavier ed è finito in prigione, dove ha fatto la conoscenza del gioco della saponetta a terra sotto la doccia, Capitan America, non si sa a che titolo,  gli ha proposto di diventare il capoccia degli X-Men.
X-Men dove milita anche l’Uomo Ghiaccio, quello che gli scopa la ragazza, Lorna Dane, sotto il naso.
Ve l’ho detto che è uno sfigato, no?

Sunday, 7 April 2013


Buongiorno miei valorosi e mantellati lettori, e bentornati alla rubrica più querelata da Stan Lee dopo il terzo episodio della quarta serie di Braccobaldo: Sotto la Calzamaglia.
Oggi parleremo di un supercriminale utile cinque giorni al mese, dall’umore particolarmente variabile e dalla sensibilità super accentuata: l’Uomo Assorbente

Carl Creel era un pugile molto dotato, sebbene privo di capelli. Vituperato da tutte le donne per questa sua mancanza -erano gli anni ’80, andavano di moda i cotonati in stile Motley Crue e i pelati erano disprezzati e vessati come i malati di aids-, per la rabbia e la frustrazione, durante un incontro, uccise un suo compagno.
Ovviamente fu arrestato, ma qui, colpo di scena, gli apparve Loki come una pia madonna lagrimosa davanti a un pastorello ignorante.
“Fuma, pardon, mangia quest’erba” gli disse “ e potrei diventare bello come Lorenzo Lamas e forzuto come Ultimate Warrior”. 
Essendo due fulgidi esempi di capelloni pompati, il nostro accettò di buon grado, ma si sa, Loki è maestro d’inganno, e il povero Carl, invece di ottenere una folta chioma, ottenne solo il potere di assorbire le proprietà dei materiali.
Da allora, per vendetta verso le donne, si dedicò al crimine.
Oggi, dopo aver valutato l'utilità del cotone, si è riappacificato con il mondo femminile, donandogli morbidezza e sofficità tali da poter far fare non solo la ruota, ma anche la spaccata.
E poi si sa, ora i pelati sono pure sinonimo di virilità.
Alla prossima!

Sunday, 24 March 2013


Buongiorno simpatici amici occhialuti e dai brufoli prensili, e bentornati alla rubrica preferita dagli amanti dei fumetti Marvel e non da quelli della Dc, perché non parlo quasi mai dei loro eroi preferiti: Sotto la Calzamaglia.

Oggi ho poco tempo perché sto per spararmi una maratona di the Avengers: dai film (orribili) di Hulk, fino al divertente Capitan America, passando per l’inutile Thor e i gradevoli Iron Man. 
Per farla breve, oggi parlerò di un’eroina inutile, che se anche la maltratto a voi non sbatterà nulla: Miss Marvel.
Ms. Marvel, il cui vero nome è Carol Susan Jane Danvers (e sti cazzi non ce li metti?),  prima di vestire i panni di una popputa paladina della giustizia, era un’ufficiale dell’aeronautica statunitense.
Poi a un certo punto viene coinvolta in un’esplosione con l’alieno krull Mar-Vell -ah, l’originalità della casa delle idee, quanto la amo- e grazie alla combinazione dei loro DNA, acquisisce la capacità di volare, di assorbire e reindirizzare grandi quantità di energia e di trattenere le mestruazioni per sempre.
La sua popolarità come eroina è talmente grande che la sua serie regolare negli anni '70 conta ben 23 numeri prima di essere chiusa in un cassetto (verrà ripresa solo qualche anno fa, ma pure li non durerà tanto).
Come tutti i personaggi quasi inutili della Marvel, staziona tra vari gruppi di super eroi, dai vendicatori agli x-men: diciamo che il suo unico merito è farsi assorbire i poteri da Rogue, regalandoci uno dei personaggi più interessanti del mondo mutante.
Alla fine, pur non facendosi mai operare a Casa Blanca, assume l’identità di Capitan Marvel.
Mah, contenti voi.
Grazie Marvel, a sto punto ci manca solo la copia di Diabolik per toccare il fondo.
Ah, esiste e si chiama Fantomex?
Oh porco cazzo, alla prossima (forse).