Sunday, 17 March 2013


Buongiorno fagocitati lettori e bentornati alla consueta rubrica che vi apre le porte dei più grandi segreti culinari al mondo: la Nouvelle Cousinie di Idiosincrasia Alterata.
Quest’oggi parleremo di un piatto studiato dai più grandi chef arcivescovili dopo l’elezione del sommo pontefice: le Ostie Idiosincratiche.

Per preparare questo nuovo delizioso piatto, da offrire ai commensali solo dopo 12 avemmaria e 4 padrenostri, innanzitutto dovete recarvi a Castel Gandolfo.
Lì, spacciandovi per massaggiatore massonico, incontrate il papa emerito Benny Sedici e gli proporrete una nuova tecnica di massaggio scrubbing con l’utilizzo di minorenni polacchi.
Lui esulterà entusiasta alla vostra proposta e i giovani poloni lo spelleranno per bene in un tripudio di piacere e amore fraterno.
Conservate la pelle morta del povero Ratzy in un’ampolla con della vodka bianca e, subito dopo, pellegrinate verso San Pietro.
Approfittando del libertinaggio del nuovo papa Franky, aspettate che a fine messa si getti sulla folla per fare stage diving, ed è lì, nel mosh pit, che catturerete nell’ampolla l’aroma di uno dei suoi santissimi peti (ha fatto da poco una colonscopia, non sarà difficile annusarne uno), cercando di evitare il pestaggio delle suore adoranti.
Dopo di ciò, mescolate il composto di vodka, peto e pelle morta fin quando non si solidifica. Fatene uno stampo dal quale otterrete tante piccole ostie da infornare a 180 gradi per 20 minuti.  
Servire le Ostie Idiosincratiche fredde facendo accomodare i commensali in ginocchio sui ceci.
Bon Appetit!

Vino consigliato: Sangue di Giuda D.O.P.

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