Friday, 29 March 2013


Sarà stato il 2000, forse il 2001. Quella merda di Virgin Radio non si era ancora imposta come radio rock popolare e i tatuaggi di Slade si potevano ancora contare su di una sola mano.
Era un normale venerdì sera a Forlì e noi avevamo poco più di vent'anni. Con forse troppi soldi da spendere rispetto alle potenzialità dei nostri rispettivi fegati, eravamo finiti nel pub di questo tipo a cui Slade aveva insidiato (non riesco a ricordare l'effettivo grado di cornificazione) la donna, ma con cui coltivava ancora buoni rapporti. Probabilmente perché il tipo in questione era troppo impegnato ad annoiarci con il perché i romagnoli sarebbero migliori degli emiliani per concentrarsi sui simpatici retroscena dietro al sorriso di circostanza di Slade.
Erano quasi le due di notte quando uscimmo dal pub. Eravamo riusciti a farci offrire almeno la metà delle nostre bevute e ci reggevamo in piedi a malapena. Nei miei ricordi annebbiati ci davamo pacche sulle spalle e ridevamo tanto. Un po' perché avevamo preso a cantare come due idioti le osterie, accorgendoci di ricordarle perfettamente tutte, un po' perché al sottoscritto era venuta la bella idea di pisciare in una cabina telefonica mentre passava una volante della polizia. E Dio se in quel momento mi era sembrata una cosa figa pisciare in quella cabina.
I nostri stupidi tentativi di camminare in linea retta ci avevano portato in una delle piazze principali di Forlì, dove, parcheggiate poco distante, c'erano quattro volanti della polizia con i rispettivi occupanti in divisa fermi fuori a fumare e a far chiacchiera. Nel silenzio della piazza rimbombavano solo il chiacchiericcio dei poliziotti e il loro prendersi bonariamente in giro.
Nonostante la quiete, nonostante il loro star lì tranquilli a fumare, noi avemmo paura.
«Reggiti a me» dissi a Slade, «e camminiamo insieme. Così non ci beccano».
Perché nella mia mente quel tornare a casa sbronzi era diventato di colpo pericolosissimo e pisciare in quella cabina il più abietto dei crimini. Ma se non ti sbronzi e non pisci per strada a diciotto o a vent'anni quando cazzo dovresti farlo? Non le chiamano mica ragazzate perché le fai a quaranta.
Attraversammo la piazza con accenni di paura nelle mutande ed il cuore che batteva al doppio della velocità normale. Non so se i poliziotti fermi a fumare si accorsero di noi, non so se ci scambiarono per froci o semplicemente risero del nostro zig-zag da novelli ballerini di tango che non reggevano una sbornia. Quello che so è che, attraversando quella piazza, avevamo una paura fottuta e solo da quando è successo di Federico Aldrovandi ho capito finalmente il perché.

La lunga premessa non vuole fare di tutta l'erba un fascio ed il rispetto può andar solo a chi la divisa la indossa to protect & serve, ma non possiamo esimerci dall'assegnare l'ambito tytolo di Stronzo del Mese al piccolo uomo del Coisp Franco Maccari per tutto quello che sta riuscendo a vomitare da quella boccuccia di rosa in queste ore. Caro Franco, la foto di Federico in una pozza di sangue potrà essere falsa come tu sostieni, ma sul tuo essere stronzo vero non c'è ombra di dubbio.
Alla prossima settimana!

2 comments:

  1. Credo sia uno dei pezzi migliori che ho letto qui sopra. Ognuno di noi può rivedersi in una scena del genere. Bella Pi'.

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