Sunday, 12 May 2013


Buongiorno miei ciccionissimi lettori domenicali, e bentornati alla rubrica preferita dagli aitanti pescatori  norvegesi di tonno qualità pinne gialle a mani nude (i pescatori, non il tonno): la Nouvelle Couisine di Idiosincrasia Alterata.
Oggi, per la festa della mamma, nonostante la nostra incapacità e inettitudine nel fare dolci, proporremo una gustosa ricetta che farà leccare i baffi non solo alla vostra trascurata genetrice, ma anche alla vostra nonnina paffutella(si, proprio lei, quella con quei bei peli ispidi sul mento): la mousse di cioccolato.

Innanzitutto per un ottima mousse avrete bisogno del miglior cioccolato fondente possibile.
“Andremo in Svizzera, allora!”, vi sento già esclamare prepotenti.
E invece col cazzo: ultimamente il malefico Injenier M ci ha tagliato il budget, quindi siamo costretti a utilizzare il cioccolato di merda qualità infima venduto da Franchina, il mini market in fondo alla strada, un misto tra un pakistano poco fornito e uno spacciatore di sigarette.
Ecco, già che ci siete comprate pure delle uova stantie e del burro di dubbia provenienza. Non preoccupatevi se Guidolfo, il commesso pelosissimo, ci sternutisce sopra: darà al tutto un gusto più sfizioso.
Bene, ora recatevi mestamente nella vostra modesta abitazione, quella dove siete costretti a vivere dopo che vostra moglie vi ha lasciato in seguito al taglio del budget,  e, usando una casseruola in ghisa, fondete il cioccolato a bagnomaria. Poi, visto che proprio non avete voglia di far dolci senza quel minimo di avventura che contraddistingueva questa rubrica, buttate in una pentola le uova, il burro, e dello zucchero se ce l’avete, sennò è uguale. Frullate e aggiungete il cioccolato.
Toh, fatto.
“E com’è che viene la mousse alla fine?” vi starete già chiedendo, ingordi saputelli.
Avete ragione, mi ero dimenticato: andate da Fulvio, il cane areofagico della vostra vicina pettegola, vedrete come renderà più spumeggiante la vostra cioccolata!
Alla fine servire il tutto freddo.

PS: firmate la petizione per far si che l’Injenier M ci fornisca nuovamente di un budget decente. Saremo più costanti, lo promettiamo. Il capocuoco ha tre figli da mantenere, uno è pure negro di colore!
La preghiamo M, faremo i bravi.

Sunday, 14 April 2013


Buongiorno facocerosi lettori e bentornati alla rubrica che si prende fin troppe licenze poetiche sin dal 1932, quando Nouvelle era riferito solo alle patate: la Nouvelle Couisine di idiosincrasia Alterata.

A neanche due settimane dalla Pasqua di N.S.G.C. siete già qui a reclamare, famelici, la vostra fetta di grasso e strutto. 
Quando imparerete, patetici ciccioni, a rivalutare il piacere del digiuno?
Vabbè, siccome grazie a voi le mie tasche sono piene di euro e ninnoli, vi concederò la mia nuovissima ricetta creata si e no 4 minuti fa mentre cacavo: gli involtini di melanzane idiosincratici.

Allora, avete presente le melanzane cosa sono? Quei bellissimi ortaggi globosi e viola che vi spacciano al supermercato per quattro spicci?
Ecco, ignorateli, e dirigetevi invece al reparto salumi, dove minacciando con un acciarino il salumiere, vi farete consegnare, non senza una gradevole resistenza che vi renderà ancora più sadici, un bel pezzone di prosciutto cotto.
Ora, schiaffeggiando furiosamente il fattorino della Granarolo, vi farete consegnare tutto il formaggio grattuggiato e le fette di provolone che porta con se custodendole gelosamente come se fosse l’unico anello.
In un turbine di passione e tracotanza, taglierete crudelmente a fette il prosciutto e lo accoppierete con il formaggio come se foste degli undicenni intenti a far scopare le barbie della vostra sorellina. 
Sbattete il tutto nel forno a mille gradi, cuocete mezz'ora e via che si mangia!
“E le melanzane” direte voi “non dobbiamo andarle a recuperare?”
O che volete, una volta che si risparmia un ortaggio, ora che costano pure un occhio della testa!
E poi è una ricetta che ho creato mentre cacavo ero assorto in altre attività più produttive, accontentatevi!

Vino consigliato: urina di Dente, il famoso cantante indie.


Sunday, 17 March 2013


Buongiorno fagocitati lettori e bentornati alla consueta rubrica che vi apre le porte dei più grandi segreti culinari al mondo: la Nouvelle Cousinie di Idiosincrasia Alterata.
Quest’oggi parleremo di un piatto studiato dai più grandi chef arcivescovili dopo l’elezione del sommo pontefice: le Ostie Idiosincratiche.

Per preparare questo nuovo delizioso piatto, da offrire ai commensali solo dopo 12 avemmaria e 4 padrenostri, innanzitutto dovete recarvi a Castel Gandolfo.
Lì, spacciandovi per massaggiatore massonico, incontrate il papa emerito Benny Sedici e gli proporrete una nuova tecnica di massaggio scrubbing con l’utilizzo di minorenni polacchi.
Lui esulterà entusiasta alla vostra proposta e i giovani poloni lo spelleranno per bene in un tripudio di piacere e amore fraterno.
Conservate la pelle morta del povero Ratzy in un’ampolla con della vodka bianca e, subito dopo, pellegrinate verso San Pietro.
Approfittando del libertinaggio del nuovo papa Franky, aspettate che a fine messa si getti sulla folla per fare stage diving, ed è lì, nel mosh pit, che catturerete nell’ampolla l’aroma di uno dei suoi santissimi peti (ha fatto da poco una colonscopia, non sarà difficile annusarne uno), cercando di evitare il pestaggio delle suore adoranti.
Dopo di ciò, mescolate il composto di vodka, peto e pelle morta fin quando non si solidifica. Fatene uno stampo dal quale otterrete tante piccole ostie da infornare a 180 gradi per 20 minuti.  
Servire le Ostie Idiosincratiche fredde facendo accomodare i commensali in ginocchio sui ceci.
Bon Appetit!

Vino consigliato: Sangue di Giuda D.O.P.

Sunday, 24 February 2013


Buongiorno buongustai dell’elettorato, e bentornati alla rubrica preferita dai cuochi della mensa del Senato della Repubblica: la Nouvelle Couisine di Idiosincrasia Alterata.
Oggi, in questa domenica assolata, parleremo di un piatto assai gradito dai bravi cittadini votanti della penisola intera: la Zuppa Democatica.

Per un ottima Zuppa Democratica dovete mischiare vent'anni di promesse elettorali mai mantenute con un pizzico di legge sul conflitto di interessi e omicidi di stato mai svelati. Aggiungete poi scandali pubblici, fallimenti bancari, manipolazioni mediatiche, bunga bunga e ventate anti-europeiste. Fate girare il tutto a fiamma alta da uno sbraitante ducetto barbuto, il portatore unico della verità del popolo caprone.
Quando tutto avrà il sapore e la consistenza della merda, degustate turandovi il naso, pensando che magari ci sono zuppe peggiori, ma anche no.
No, davvero, sta volta la vedo proprio dura.

Vino consigliato: qualsiasi, ma che contenga molto alcool e sia facilmente lanciabile. 

Sunday, 10 February 2013


Buongiorno utenti dal sottile appetito e bentornati alla rubrica preferita dai nutrizionisti di Aleppo: la Nouvelle Couisine di Idiosincrasia Alterata.
Dopo le numerose proteste arrivate da pacifici e assennati vegani sotto la nostra redazione, abbiamo deciso di proporre una ricetta cruelty-free per accontentare anche i palati più attenti: l’Insalata Idiosincratica.

Innanzitutto recatevi in un campo di lattuga dove, con la gentilezza che vi contraddistingue da sempre, chiederete a un cespo di seguirvi a casa per essere divorato crudelmente. 
Lui, nonostante sia un essere vivente del quale ignorate l’esistenza  di sentimenti o dolore, vi guarderà muto.
Poco male, chi tace acconsente: strappatelo alla sua gente e portatelo a casa ridendo beffardi.
Ora andate in un bell’oliveto pugliese e aspettate con la pazienza di Giobbe che un numero sufficiente di olive cada dai rami degli alberi secolari. 
Dopo 32 notti, finalmente avrete 48 olive per produrre 10 cc di olio extravergine, ma attenzione: non vorrete mica ferire anche loro? 
Usate quindi lo stesso metodo del chi tace acconsente di cui sopra, e poi spremetele con rabbia una a una, incutendo timore e rispetto nelle olive in attesa della stessa sorte.
Per un ottima insalata ci vorrebbe anche dell’aceto, ma siete sicuri di volervi sbattere anche con l’uva? Lasciamo stare e andiamo avanti con lo spirito di chi sa che meno ingredienti ci sono più una pietanza è sana e gustosa.
Per quanto riguarda il sale, beh, siete certi che è un minerale, quindi sbattetevene delle buone maniere e prendetene quanto ne volete.
Mettete ora insieme tutti gli ingredienti.
Ammirate quello che avete ottenuto.
Guardatevi intorno.
Buttate via il piatto e andate a mangiare al Roadhouse.

Vino consigliato: Ectoplasma di acero.