È col sollievo che si ha solo dopo aver temuto di perdere ciò che di più caro si ha al mondo che anche oggi io, professor Aristide Maria Verdirame, mi accingo alla conduzione di
COGLIONI DI MULO
e altre meraviglie della natura
Sollievo, si diceva. Già, perchè le ultime ore le avevo vissute nell'angoscia. Non importa quanto guardassi in giro, non importava chiamare il suo nome a gran voce, non serviva cercare negli anfratti e nei talami di tutti i suoi sospetti amanti: Brigida, la mia assistente e compagna di mille esperimenti, era scomparsa. Fortunatamente in uno dei nostri viaggi intorno al globo avevamo conosciuto e convinto con le buone (quattro sganassoni a mano piena in viso e la minaccia di sei manrovesci indossando l'anello con pietre da due chili) a seguirci nientemeno che Selvatici Eros, esemplare rarissimo di oca investigativa delle piane scozzesi. Come avrei scoperto nel cercare Brigida assieme al Selvatici, però, il cappello che gli adorna il capo non è altro che un bluff: la scarsa intelligenza di questi palmipedi li rende del tutto inadatti a qualsivoglia pedinamento o indagine, quindi ho perso del preziosissimo tempo a seguire tracce inesistenti e indizi irrilevanti indicati dallo stolto animale come fondamentali, fino al ritorno di Brigida all'ovile; mi ero casualmente dimenticato, infatti, che aveva chiesto ed ottenuto un permesso di alcuni giorni per correre al capezzale della prozia Elide, malata da tempo di ninfomania cronica.Peccato che il nostro Eros ha preteso comunque il pagamento pattuito per le ricerche: un ricco mugolone da parte di Brigida alla fava da chilo che cela abilmente tra le penne.
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