Monday, 16 April 2012
In tempi di regressione diventa quasi normale non stupirsi più di niente.
Il blocco dei sistemi operativi postali di oggi ci porta ad una riflessione storica che ci commuove. Qualcuno si ricorderà di Robertangelo Meloni, vice aiuto leccatore di bolli nell'ufficio postale di Brembate dal 1997 al 2001, disperso nei voli di consegna prioritaria nel 2003. Suo il testimone nel passaggio dal betamax al vhs.
Un tempo c'era il normale francobollo. Ne si leccava il retro come nei migliori rapporti sessuali, lo si incollava sulla busta con maschio vigore, si imbucava il tutto con veemenza nella prima cassetta e si pregava con decisione la madonna, speranzosi che il destinatario ricevesse il tutto in tempi brevi.
Poi venne l'era della posta prioritaria. La garanzia della consegna nell'arco delle 24h allietò l'utenza e fornì nuovi scopi al Meloni. Il processo era cambiato e la convenienza era evidente. Risparmio dei tempi, risparmio di saliva con un processo adesivo ad hoc, risparmio di preghiere. Poi, la morte della posta ordinaria ha commosso così tanto Poste Italiane da allungare leggermente i tempi di consegna della tanto decantata prioritaria in modo da favorire sua sorella nobile e costosa la raccomandata, fornendo motivazioni da sportello quali "in prioritaria? sei sicuro? guarda che non c'è garanzia sui tempi e sulla consegna!"
Così il processo si è evoluto ancora una volta e quella che era una semplice preghiera agli dei per la riduzione delle tempistiche di consegna ha lasciato il posto alla bestemmia agli dei nella speranza di una semplice consegna.
Meno male che almeno Trenitalia non ha subito un processo simile.
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