Sunday, 1 July 2012


Buongiorno cari lettori dell'ultima ora e bentornati alla rubrica preferita da Maurizio Costanzo quando indossa camicie ben stirate e coi baffi: Memoirs of Life.
Oggi parleremo di un personaggio mitologico, dantesco, ma in questi giorni fottutamente reale: il traghettatore di anime, Caron Dimonio, Caronte.

Il nostro nasce come Francesco Maria Carmine Esposito, da padre diavolo contrabbandiere e madre baldracca (ma di lusso). Subito si distingue per essere un demonietto tirchio, dedito più al soldo che allo studio, infatti la maestra gli ripeteva sempre: “Se continui così non potrai mai fare il broker per la Lehman Brothers, ma al massimo il pescatore”.
Lui coglie la palla al balzo come un provetto castratore di canguri e si dedica al mondo nautico, quindi, vista la sua totale inettitudine con la canna e con l'amo e ispirato dal lavoro del padre, decide di diventare un traghettatore, assumendo il nome di Caronte.
Il resto della sua storia la conoscete sicuramente cari i miei amici amanti della Divina Commedia: il Caron Dimonio, come ben narrato da Dante, lavora sulle rive del fiume Stige e porta le anime all'Inferno.
Ora, dico io, hai un lavoro ben pagato, che ti da soddisfazioni, che ti mette a contatto con tutte le maggiori personalità del mondo (prima o dopo), che non è neanche così pesante dopo l'invenzione del motore a scoppio.
Perchè cazzo devi intraprendere la carriera da vento caldissimo attirandoti l'antipatia di tutti?
Misteri cattolici.
Così imparate ad essere infedeli.
Tsè.

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