Friday, 29 March 2013
Sarà stato il 2000, forse il 2001. Quella merda di Virgin Radio non si era ancora imposta come radio rock popolare e i tatuaggi di Slade si potevano ancora contare su di una sola mano.
Era un normale venerdì sera a Forlì e noi avevamo poco più di vent'anni. Con forse troppi soldi da spendere rispetto alle potenzialità dei nostri rispettivi fegati, eravamo finiti nel pub di questo tipo a cui Slade aveva insidiato (non riesco a ricordare l'effettivo grado di cornificazione) la donna, ma con cui coltivava ancora buoni rapporti. Probabilmente perché il tipo in questione era troppo impegnato ad annoiarci con il perché i romagnoli sarebbero migliori degli emiliani per concentrarsi sui simpatici retroscena dietro al sorriso di circostanza di Slade.
Erano quasi le due di notte quando uscimmo dal pub. Eravamo riusciti a farci offrire almeno la metà delle nostre bevute e ci reggevamo in piedi a malapena. Nei miei ricordi annebbiati ci davamo pacche sulle spalle e ridevamo tanto. Un po' perché avevamo preso a cantare come due idioti le osterie, accorgendoci di ricordarle perfettamente tutte, un po' perché al sottoscritto era venuta la bella idea di pisciare in una cabina telefonica mentre passava una volante della polizia. E Dio se in quel momento mi era sembrata una cosa figa pisciare in quella cabina.
I nostri stupidi tentativi di camminare in linea retta ci avevano portato in una delle piazze principali di Forlì, dove, parcheggiate poco distante, c'erano quattro volanti della polizia con i rispettivi occupanti in divisa fermi fuori a fumare e a far chiacchiera. Nel silenzio della piazza rimbombavano solo il chiacchiericcio dei poliziotti e il loro prendersi bonariamente in giro.
Nonostante la quiete, nonostante il loro star lì tranquilli a fumare, noi avemmo paura.
«Reggiti a me» dissi a Slade, «e camminiamo insieme. Così non ci beccano».
Perché nella mia mente quel tornare a casa sbronzi era diventato di colpo pericolosissimo e pisciare in quella cabina il più abietto dei crimini. Ma se non ti sbronzi e non pisci per strada a diciotto o a vent'anni quando cazzo dovresti farlo? Non le chiamano mica ragazzate perché le fai a quaranta.
Attraversammo la piazza con accenni di paura nelle mutande ed il cuore che batteva al doppio della velocità normale. Non so se i poliziotti fermi a fumare si accorsero di noi, non so se ci scambiarono per froci o semplicemente risero del nostro zig-zag da novelli ballerini di tango che non reggevano una sbornia. Quello che so è che, attraversando quella piazza, avevamo una paura fottuta e solo da quando è successo di Federico Aldrovandi ho capito finalmente il perché.
La lunga premessa non vuole fare di tutta l'erba un fascio ed il rispetto può andar solo a chi la divisa la indossa to protect & serve, ma non possiamo esimerci dall'assegnare l'ambito tytolo di Stronzo del Mese al piccolo uomo del Coisp Franco Maccari per tutto quello che sta riuscendo a vomitare da quella boccuccia di rosa in queste ore. Caro Franco, la foto di Federico in una pozza di sangue potrà essere falsa come tu sostieni, ma sul tuo essere stronzo vero non c'è ombra di dubbio.
Alla prossima settimana!
Thursday, 28 March 2013
Wednesday, 27 March 2013
Ogni tanto mi viene in mente che potrei fare il buono, per una volta. Parlar bene di qualcuno, rallegrarmi per il successo di qualcun altro, constatare che quell'altro ancora non è poi così male. Poi, per fortuna, leggo certe cose e rinsavisco.
Cosa mi ha innervosito, stavolta? Facile a dirsi. Chime For Change. Ovvero una merdavigliosa iniziativa nientemeno che di Gucci per raccogliere fondi per l'autodeterminazione delle donne (sic). Qualunque cosa significhi. Che io voglio dire: si son dati soldi alla nazionale cantanti, perché loro giocassero a pallone mentre noi ci annoiamo a guardarli. A Telethon, che per quanto lodevoli ci devono ammorbare coi presentatori inetti delle reti Rai e coi loro noiosissimi programmi. Certe volte penso pure che potrei dare i 7 euro per la penna al tossico in piazza che mi chiede se ho qualcosa contro gli ex drogati. Ma ogni tanto si esagera, ed il vaffanculo è proprio qui, pronto per voi. Volete far autodeterminare le donne? Cacciateli voi fuori i soldi, amici di Gucci, e Beyoncé, e Laura Pausini, e Timbaland, e tutti gli altri compresa questa Rita Ora che non so chi sia ma c'ha l'espressione da bambola gonfiabile. La pubblicità gratuita sulla finta solidarietà c'avrebbe pure rotto il cazzo (sì sì, ho scritto proprio cazzo).
E v'è andata bene. S.
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Sunday, 24 March 2013
Buongiorno simpatici amici occhialuti e dai brufoli
prensili, e bentornati alla rubrica preferita dagli amanti dei fumetti Marvel e
non da quelli della Dc, perché non parlo quasi mai dei loro eroi preferiti:
Sotto la Calzamaglia.
Oggi ho poco tempo perché sto per spararmi una maratona di
the Avengers: dai film (orribili) di Hulk, fino al divertente Capitan America,
passando per l’inutile Thor e i gradevoli Iron Man.
Per farla breve, oggi
parlerò di un’eroina inutile, che se anche la maltratto a voi non sbatterà
nulla: Miss Marvel.
Ms. Marvel, il cui vero nome è Carol Susan Jane Danvers (e
sti cazzi non ce li metti?), prima di
vestire i panni di una popputa paladina della giustizia, era un’ufficiale
dell’aeronautica statunitense.
Poi a un certo punto viene coinvolta in un’esplosione con
l’alieno krull Mar-Vell -ah, l’originalità della casa delle idee, quanto la
amo- e grazie alla combinazione dei loro DNA, acquisisce la capacità di volare,
di assorbire e reindirizzare grandi quantità di energia e di trattenere le
mestruazioni per sempre.
La sua popolarità come eroina è talmente grande che la sua
serie regolare negli anni '70 conta ben 23 numeri prima
di essere chiusa in un cassetto (verrà ripresa solo qualche anno fa, ma pure li non durerà tanto).
Come tutti i personaggi quasi inutili della Marvel, staziona
tra vari gruppi di super eroi, dai vendicatori agli x-men: diciamo che il suo
unico merito è farsi assorbire i poteri da Rogue, regalandoci uno dei
personaggi più interessanti del mondo mutante.
Alla fine, pur non facendosi mai operare a Casa Blanca,
assume l’identità di Capitan Marvel.
Mah, contenti voi.
Grazie Marvel, a sto punto ci manca solo la copia di
Diabolik per toccare il fondo.
Ah, esiste e si chiama Fantomex?
Oh porco cazzo, alla prossima (forse).
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Friday, 22 March 2013
L'immagine di oggi potrebbe intitolarsi Il Gigante e la bambina, riprendendo quella vecchia canzone, se non fosse che la bambina altri non è se non Lona Stazocco, nota alle cronache mondane e alle forze dell'ordine come La nana di Abbiategrasso. Famosa mitomane e maneggiatrice di pennacchi da fiera, la vediamo insieme al suo primogenito Ursus, nato settimino e con una lieve lombaggine che lo porta ad avere sempre la postura di cui sopra. La coppia ci fa da lieta cornice per poter gustare con calma, in questo giorno di scioperi, le tre posizioni di quell'accozzaglia di gente inutile conosciuta anche come Lo Stronzo della Settimana.
Al terzo posto, tanto per dare una parvenza di musicalità da balera alla nostra classifica, viene proposto l'ancora indimenticato Valerio Scanu, che, pur di farsi ricordare per qualcosa, visto che delle sue perle musicali nessuno se ne è mai
Al secondo posto un argento che ingolosirà gli amanti di Tuailait e delle saghe vampiriche. Fate dunque largo alla californiana Michelle, tatuatrice di professione e vampira (sul serio?) per passione. Il budellone ripieno dichiarerebbe, giuliva della sua sana abitudine, che "il sapore del sangue varia da uomo a uomo, un po' come... com'è che si chiamava? ce l'ho qui, proprio sulla punta della lingua..."
E siamo in cima. Primo posto canoro che farà la felicità di tutti i nostri amici cantanti ansiosi di raggiungere le vette del bel canto. Gioite impavidi strimpellatori! Rallegratevi coraggiosi compositori! Gli strilli di un Mercury, i gorgheggi di un Demetrio Stratos, la versatilità di un Mike Patton sono lì, a portata di mano. Basta utilizzare i consigli del vocal coach canadese David Ley, il quale riuscirebbe a far guadagnare ai suoi allievi ottave su ottave attraverso l'uso di vibratori. Pronti a lubrificarvi?
Alla prossima settimana!
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Thursday, 21 March 2013
Edipo e la sfinge. Perché si, perché oggi non ce la facevo e perché mi andava di riprendere il vecchio progetto di realizzare una versione eroticomica a strisce dell' Edipo Re.
Giovedì prossimo si prova. Poi si vedrà.
Wednesday, 20 March 2013
Vorrei inaugurare una rubrica con voi, oggi, che riproporrò con cadenza completamente casuale, dettata solo dalla mia voglia. Una rubrica in cui prendo un personaggio pubblico, e vi elenco i motivi e le modalità in cui lo picchierei selvaggiamente. Questo perché sono fieramente intollerante, e alcuni personaggi in particolare mi stanno proprio sul gozzo. Oggi, dopo aver letto ben due interviste, voglio prendermela con Marco Mengoni, l'uomo che ha inaspettatamente e immeritatamente vinto a Sanremo e che odio moltissimo sin dai tempi di X-Factor. Via con le botte.
- Scapaccione a mano aperta, forte e sonoro, in pieno viso, per aver esternato la volontà di diventare padre: mi ricordo di come frignavi ad X-Factor, Mengoni, ti ci vedo proprio con un figlio. Almeno col mio scapaccione, citando mio padre, te lo dò io un motivo per piangere.
- Ceffone ben dosato dietro il coppino, accompagnato da un mavacaghèr, per il vezzo di continuare a definirsi re: di Re ce n'è stato uno solo, e di certo non sarai mai tu il suo erede, ragazzino.
- Manrovescio in pieno muso con mano dotata di anello, per aver chiamato il nuovo album #prontoacorrere: così ci pensi due volte prima di saltar fuori con certi abomini letterari (l'hashtag? veramente?) e magari cominci a tirartela di meno.
- Pestone sui piedi seguito da calcio negli stinchi, per quei pantaloni arrotolati come se avessi l'acqua in casa e la colpevole assenza di calzino: questa non devo nemmeno spiegartela. Guardati allo specchio, cialtrone.
E v'è andata bene,
S.
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Tuesday, 19 March 2013
L'Egoista presenta:
Porno-Libre
la rivista che non c'è stata
La rivista porno clandestina che non c'è stata per una risoluzione europea che poi non è passata.
(I link portano ai due episodi precedenti dell'egoista che trattano quegli argomenti, mi scuso con i normodotati per la precisazione purtroppo più necessaria del desiderabile).
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Sunday, 17 March 2013
Buongiorno fagocitati lettori e bentornati alla consueta
rubrica che vi apre le porte dei più grandi segreti culinari al mondo: la
Nouvelle Cousinie di Idiosincrasia Alterata.
Quest’oggi parleremo di un piatto studiato dai più grandi
chef arcivescovili dopo l’elezione del sommo pontefice: le Ostie Idiosincratiche.
Per preparare questo nuovo delizioso piatto, da offrire ai
commensali solo dopo 12 avemmaria e 4 padrenostri, innanzitutto dovete recarvi
a Castel Gandolfo.
Lì, spacciandovi per massaggiatore massonico, incontrate il papa emerito Benny Sedici e gli proporrete una nuova tecnica di massaggio
scrubbing con l’utilizzo di minorenni polacchi.
Lui esulterà entusiasta alla vostra proposta e i giovani poloni lo spelleranno per bene in un tripudio di piacere e amore fraterno.
Lui esulterà entusiasta alla vostra proposta e i giovani poloni lo spelleranno per bene in un tripudio di piacere e amore fraterno.
Conservate la pelle morta del povero Ratzy in un’ampolla con
della vodka bianca e, subito dopo, pellegrinate verso San Pietro.
Approfittando del
libertinaggio del nuovo papa Franky, aspettate che a fine messa si getti sulla
folla per fare stage diving, ed è lì, nel mosh pit, che catturerete nell’ampolla l’aroma di uno
dei suoi santissimi peti (ha fatto da poco una colonscopia, non sarà difficile
annusarne uno), cercando di evitare il pestaggio delle suore adoranti.
Dopo di ciò, mescolate il composto di vodka, peto e pelle
morta fin quando non si solidifica. Fatene uno stampo dal quale otterrete tante piccole ostie
da infornare a 180 gradi per 20 minuti.
Servire le Ostie Idiosincratiche fredde facendo accomodare i commensali in ginocchio sui ceci.
Bon Appetit!
Vino consigliato: Sangue di Giuda D.O.P.
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Saturday, 16 March 2013
Friday, 15 March 2013
E' il caso di dirlo. Ladies and gentlemen: the devotion!
Lo so, lo attendevate con ansia. Ecco dunque lo stralcio di conversazione tra Maria Consuelo non ho voglia di andarmi a pescare il nome e Jorge Mario novello papa. Mentre il mondo già gioisce e i giornali fanno clamore per il pagar colazioni e l'usare l'autobus del santo padre, la sua elasticità mentale e la sua apertura è già evidente dalla sua prima omelia. "Chi non prega il Signore, prega il Diavolo" avrebbe sancito con inflessione alla Belen l'altissimo. E i poveri atei? E chi venera quel pacioccone del Budda? E tutti quei kebabbari preganti? Tutte merde diaboliche! Ha la faccia simpatica, qualcuno avrebbe detto. Certo, e Hitler somigliava a Chaplin. Eppure l'italico baciapile già adora il novello Papa Francesco per aver scelto il nome del santo dei poveri patrono d'Italia. Sicuro? Sicuro sicuro? E se invece fosse riferito a San Francesco Saverio fondatore dell'ordine dei Gesuiti così aperto alle unioni gay? E se fosse riferito a Francisco Franco? E se fosse un fiore?
Con tutte queste domande nell'humus, è nostro escrementizio compito il passare in rassegna le tre posizioni della classifica più seguita nel conclave: Lo Stronzo della Settimana.
Al terzo posto Sabina non ce l'aspettavamo proprio Guzzanti, che, in preda all'euforia da uccello cinguettante, avrebbe dichiarato sul social figuriamoci network che la terra sarebbe l'unico pianeta con i napoletani. Sabina, non pazziamo, ci verrebbe quasi da dire.
Secondo posto frizzante per sua eccellenza Microsoft e per i suoi ingegnosissimi sviluppatori di app, ideatori di una nuova applicazione di cui l'italiano medio, nonostante ultimamente sia ben abituato, non potrà fare a meno. Posate le obsolete calcolatrici dunque e fate spazio per l'argento agli sviluppatori di Inkulator.
E finalmente possiamo dirlo: habemus stronzo della settimana. Al primo posto state attenti ad avere un buon muro di mattoni dietro le spalle se decidete sul posto di lavoro di sollazzarvi con un sano film d'essai con protagonisti membroasininomuniti. Potreste infatti vincere l'oro come l'ignoto cinefilo di Sydney, pizzicato dall'altrettanto stronzissimo se lo facevi a noi ti si faceva un culo come un'igloo James e postato con furore su guardate voi il caso twitter. Ignoto cinefilo, siamo con te. James, fossi in te non dormirei sonni tranquilli d'ora in avanti.
Alla prossima settimana!
Thursday, 14 March 2013
Confusi? Qua il link all'episodio precedente
E, mi raccomando: Non mancate sabato per
"Quello che avrebbe potuto essere"
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Wednesday, 13 March 2013
Non si può negare, col canto in passato si è cimentata. Nonostante sia più avvezza ai microfoni di carne, l'indimenticabile Cicciolina ha inciso canzoni memorabili come questa o quest'altra, famosissima.
Ora, come apprendiamo dal sito principe delle notizie utili. la nostra Ilona Staller ha il desiderio sfrenato di incidere con Vasco Rossi, o addirittura di farsi scrivere qualcosa da Battiato (e già lo vediamo, il Maestro insieme a Sgalambro a cercare una rima per cunnilingus), tanto per ribadire che per lei la musica è tutto in minestrone e prende un po' quel che arriva, come capitava quando girava i porno.
Ma la vera notizia è un'altra: a 61 anni suonati vorrebbe un fidanzato nuovo. Ovviamente voi esseri inutili non lo meritereste, ma ho telefonato alla Staller, e la notizia è troppo ghiotta per tenerla solo per me: il fidanzato l'ha già trovato, e non è altri che mio zio, l'injenier M., unico vero signore e padrone del blog che leggete.
Ora i suoi articoli saranno più monotematici, temo.
E v'è andata bene,
S.
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Tuesday, 12 March 2013
Monday, 11 March 2013
Raccogliamo e condividiamo l'urlo disperato di un nostro seguace preoccupatissimo per l'unico motivo valido che lo spinge a pagare ancora le bollette della propria rete internet. La mozione per eliminare gli stereotipi di genere nella comunità starebbe mettendo in serio rischio il porno alla portata di tutti.
Non ci sono parole per esprimere la preoccupazione che albeggia nei nostri cuori. Una preoccupazione che nemmeno la notizia di un Rocco Casalino in forze al Movimento 5 Stelle ha potuto placare.
La domanda, mentre guardiamo scettici lo scorrere degli eventi, è sempre la stessa: Dove andremo a finire?
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Sunday, 10 March 2013
Buongiorno miei adorati lettori amanti della fantascienza e del Topexan, e bentornati alla rubrica che nessuna donna mai leggerà: Sotto la Calzamaglia.
Oggi parleremo di uno dei miei supereroi preferiti di tutti i tempi: il diversamente bianco Pantera Nera.
Pantera Nera, il cui vero nome è T’Challa (in italiano “mangiatore di cocomeri”), è stato il primo supereroe negro® della storia del fumetto.
Egli è il sovrano di Wakanda, un ricchissimo stato nord africano (ahahha ricchissimo-africano, ahahahah. Ok scusate la smetto), e protegge il suo popolo grazie alle doti di guerriero imbattibile e irreprensibile.
Che la sua forza sia posticcia, in quanto deriva dall’uso di un particolare tipo di pianta, l’erba a foglia di cuore, simile alla cocaina, beh, questa è una cosa che solo i maligni dicono: infatti tutta la sua forza deriva dal pollo fritto, di cui va ghiotto.
Oltre questo, come ogni buon negro® che si rispetti, è uno spacciatore, ma non di droghe tagliate male, bensì di un metallo indistruttibile e costosissimo che solo il suo paese produce e da cui ricavano dildi indistruttibili nei secoli: il Vibranio.
“Vabbè, tutto qui?” vi starete già lamentando voi ingordi.
“No!”, esclamo io col mio sorriso sornione "è stato anche uno dei Vendicatori!"
"Tutti sono stati vendicatori" risponderete saccenti.
E qui casca l'asino: il nostro infatti, oltre a rivaleggiare alla pari con gente del calibro di Iron Man e Capitan America, ultimamente si è ingroppato, e successivamente sposato, Tempesta, uno dei miei sogni erotici di sempre.
"Tutti sono stati vendicatori" risponderete saccenti.
E qui casca l'asino: il nostro infatti, oltre a rivaleggiare alla pari con gente del calibro di Iron Man e Capitan America, ultimamente si è ingroppato, e successivamente sposato, Tempesta, uno dei miei sogni erotici di sempre.
Tutte le fortune a sti negri® ricchi!
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Friday, 8 March 2013
Ad accettare il nostro scrosciante augurio per la festa della donna è Maria Assunta Favelli, asciugatrice di piatti di professione e attivista grillina a tempo perso. Vegana convinta, ama i cuccioli di balena e come principale obiettivo in parlamento ha quello di abolire la danza del ventre. E mentre anche le sue battaglie alimentano la fiamma della passione grillina, da parte nostra ci accingiamo ad inquinare la rete anche questo venerdì con le tre posizioni, gradite anche al sacro collegio pontificio, della classifica più papalizia di questo secolo: Lo Stronzo della Settimana.
Subito in terza posizione ci stupisce e balza agli onori della cronaca mondana l'americanissima Christie Alba Harris. Il bronzo le viene conferito all'unanimità insieme al primo premio "Stranezze da nascondere nella vagina". Christie, infatti, con la sua calibro 22 (accompagnata da una busta di primizie dell'orto nel sedere) è riuscita a stracciare la torinese Linda con la sua miniatura in onice di un minotauro e la tedesca Serviskzva, che presentava a sua volta lo spartito di Ein Prosit originale.
Al secondo posto, con grande stupore, ci tuffiamo nel mondo della musica da cucina con il nuovo reality The Voice. Non questioneremo sul quanto possa farci cagare o impazzire l'ennesimo prodotto di un'epoca che di capriole nella bara al buon Sinatra ne sta facendo fare a bizzeffe. Ci concentreremo sui giurati. Passi la Carrà che a casa a fare la calzetta s'annoiava. Passi anche Cocciante, che con la sua intensa attività teatrale forse non arrivava a fine mese. Passi anche Noemi, che nei reality ci è nata. L'argento, a questo punto, non può che andare al buon Piero Peluschio che, proprio per essere coerente con l'ameno titolo del tour che sta portando in giro con i redivivi Litfiba ( la Trilogia del Potere ), ha deciso di scendere a patti con quel potere e diventare giurato di un altro carrozzone mediatico. Bravò Pierò, bravò.
Ed è solo un caso che al primo posto ci siate ancora voi, popolino allegro e postante del social network. Ci sembra giusto che in un periodo in cui si vogliono cambiare le cose, in cui la crisi la fa da padrona e in cui l'apparire se ne fotte dei partiti e dei movimenti, l'etichetta GRATIS faccia ancora gola a molti. L'oro quindi sciogliamo e spruzziamo in gocce su tutte quelle teste (di Cazzo ® ) che sono cascate nella bufalissima dei cellulari gratis al prezzo di un mi piace. Vi sveliamo un segreto. Nessuno vi regala mai niente.
Alla prossima settimana!
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Wednesday, 6 March 2013
Devo ammetterlo, comincio a capire il mio predecessore E. e la sua mania per Justin Bieber. L'infernale marmocchio è fonte continua di gossip, marachelle, idiozie ed il suo crescere sotto i nostri occhi non fa che renderlo più vulnerabile alle critiche, proprio come piace a me. Ma non è con lui che voglio giustamente prendermela oggi. È con voi, invece, marci e morbosi esseri schifosi. Bieber è il pretesto, perché passo subito alla sua ex ragazza, quella Selenza Gomez che passa da Topolino ad un'altra pratica che finisce in -ino come solo le ex star Disney sanno fare. E quindi le vostre fantasie prendono forma, e l'Italia del berlusconismo è fiera di sbavare su di una ventunenne che di anni ne dimostra dodici. E datemi torto, avanti. Sembra vostra cugina ottenne che ha preso i vestiti della zia troia, per gioco. E voi vi ci fate le seghe. Non m'importa se ci sono siti (che non linkerò) che parlano di décolleté e lato b (sic) da sogno, è solo un giustificare nel vostro cuore il fatto che fate schifo, veramente.
E v'è andata bene,
S.
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Tuesday, 5 March 2013
Monday, 4 March 2013
Va bene, va bene... ieri l'angelus è stato triste e solitario e le lagrime amarissime si sono sprecate a destra e a manca. Eppure in tutto questo c'è stato anche chi ha avuto la presunzione e la sfrontatezza di interpretare un comune pensiero la cui base oggettiva si piazza su un'unica asserzione: "Ma guarda tu sto paraculo"
Quindi, se il divino percorso di Mazinger è stato lodato dai più come un atto d'amore nei confronti della chiesa, una sorta di "abbiate pazienza, non son bono, metteteci un altro", c'è chi invece non ha troppo gradito. E' il caso del ninja di Dio Don Andrea Maggio, che ha deciso di bruciare una foto dell'ex gerarca divino durante un'omelia. Ora pare che stia inforcando i suoi anfibi d'ordinanza per beatificare qualche culo miscredente.
Amen.
Sunday, 3 March 2013
Di tanto in
tanto mi smentisco e posto esattamente quello che avevo anticipato. Come
minacciavo giovedì con la vignetta "Anacronismi" oggi vi intratterrò
con la vita e le opere di Maurizio Cattelan.
Se la volta
scorsa davo per scontato che lo conosceste è sopratutto perché spesso si è
guadagnato trafiletti su giornali o Tg per la natura provocatoria delle sue
opere.
Per introdurvi
il personaggio rapidamente niente di meglio che rubare subito una riga alla sua
pagina di wikipedia : "È stato definito da Jonathan P. Binstock, curatore
d'arte contmporanea, come uno dei più grandi artisti post-duchampiani e un furbacchione, anche”.
Che Binstock è
un galantuomo, altrimenti avrebbe potuto dire, più sinteticamente
:"Cattelan è uno stronzo". E nessuno, tanto meno Cattelan, avrebbe trovato da ridire.
Facendo un rapido riepilogo delle sue opere pià note iniziamo da "La nona ora" Dove Woitila, colpito da un Hitler in ginocchio con le mani conserte nell'atto della preghiera. L.oV.e (libertà, odio, vendetta, eternità) una mano apera nel saluto fascita di cui tutte le dita si sono corrose ad eccezione del dito medio che rimane alzato, esposta di fronte a piazza affari. Cribbio, per la sua prima presenza alla biennale di venezia intitolò l'opera "Lavorare è un brutto mestiere" non espose nulla e anzi, affitò a pagamento lo spazio che gli era stato concesso a un agenzia pubblicitaria che lo usò per scopi commerciali durante la durata della mostra.
Cattelan è uno stronzo, ma le sue provocazioni sono gratuite solo se non si ha voglia di riflettere. E' un iconoclasta. Per chiunque abbia un briciolo di ironia le sue opere sono motivo di riflessione. Molteplici non offrono altra interpretazione che quella che l'interlocutore è disposto a offrire, mosso dall'indignazione o dalla sorpresa, la statua di Hitler ne è un perfetto esempio, ci si può indignare di fronte all'uso del personaggio che incarna il male e il buio offerti dall'ultimo secolo come renderci conto di come sia un icona del passato che, in un ottica di crescita, possiamo dimenticare e ignorare. Oppure chiederci se la sua preghiera sia sincera, se chieda di essere perdonato o dimenticato o se, eventualmente, stia tentando un ultima volta di ingannare tutti. Chissà se il saluto fascista corroso è irriverente verso il fascismo o verso i "mercati finanziari" che gli sono sopravvissuti e che ne hanno migliorato la formula. o se l'irriverenza è dei mercati verso di noi. Fluide, le opere, si affidano a noi per trovare un significato. Di volta in volta, in base all'umore e all'esperienza gliene diamo uno, dimenticandoci che domani gliene daremo un altro, magari semplicemente perché le scarpe che indosseremo avranno un tacco più alto, già dimentichi delle certezze che ci illuminavano il giorno prima.
Per chi invece perde tempo a indignarsi semplicemente perché punto sui propri pregiudizi la soluzione è rendersi conto che più che dei simboli bisogna avere timore dei fatti e che, per crescere, prima ho poi bisogna smettere di avere paura del buio.
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Lepeggiocazzate
Friday, 1 March 2013
La breve coda di febbraio ci obbliga a invadere marzo per la nomina (quasi primaverile) di Stronzo del Mese. E quale miglior modo per introdurre il vincitore morale di quest'oggi se non usando un raro scatto datato 1973 raffigurante il Fronte Rivoluzionario Vegano? Si notino gli atteggiamenti sornioni, ma anche saccenti, di chi sa, di chi ostenta e di chi sottolinea di aver capito tutto del viver bene e del viver sano. Il cilindro lincolniano e la virilità di un pacco in bella mostra quasi ad osteggiare tutti quei beceri omuncoli ancora schiavi della carne e dei prodotti derivanti dalla fatica di tutti quei poveri animali.
Eravamo partiti così bene. C'era il cinese che pur di guadagnare la meta ambita ha sacrificato il proprio retto in un'abile e fantozziana emulazione del montare sulla propria bici alla bersagliera. C'era lo zoo scozzese che metteva Marvin Gaye per far arrizzare l'ormone ai propri panda. E a voler ravanare nel torbido ci sarebbe stata anche tutta una sequela di candidati politici trombati e non che ci avrebbero emozionato.
Chi ha detto Casini?
E invece no. Ancora una volta il titolo tytulorum tocca assegnarlo alla falange armata del cucurbitaceo, che vorrebbe tutto il mondo coalizzato in battaglie caroticidee e in attentati carciofari contro quelle belle e carnose bistecche che profumano ancora di griglia. Questa è la volta dell'ennesimo manifesto inneggiante al volemose bene con quelle povere bestie e al be vegan be cool.
Ora, cari amanti dell'appendice VEG tanto usata come suffisso per i vostri nomi (non sia mai che non si sappia che siete vegani), siamo in un paese libero (ancora per poco) ed ognuno è libero di esprimere il proprio balordo pensiero (pagando) su cartelloni pubblicitari sei metri per due e non staremo a questionare sul modo, sull'idea o sul fatto che ci avete fracassato la sottocoppa (di peltro) delle nostre adenoidi, ma che male vi ha mai potuto fare quel cicciobello gioie di nanna così brutalizzato e incellophanato per la vostra arguta campagna demotivazionale?
Alla prossima settimana!
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