Friday, 22 June 2012
Se non vado a vedere i Radiohead mi tiro dalla prima finestra, avrebbe sentenziato l'uomo qualunque mesi fa, dopo essere riuscito ad aggiudicarsi, con corruzione di gendarmi, attese spasmodiche nel refresh di pagina e veglie notture, il tanto agognato biglietto per il concertone. Eppure ieri la triste novella che preparava la strada per citare proprio la loro No Surprises. Il crollo del palco in quel di Toronto ha convinto le teste radiofoniche a rinviare i concerti (quelli italici e qualche altra tappa) a data da destinarsi. Nella comunicazione di servizio si parla di shock, non si capisce se per la morte dell'addetto ai lavori o per la distruzione di un mastodontico impianto luci fatto - guarda tu il caso - proprio per questo tour. In più c'è da mettere nel paniere che anche strumenti vecchi di decenni sono andati distrutti e quindi lo show non può assolutamente andare avanti. Le lamentazioni di Yorke non vorrete mica ascoltarle prive di luci ad effetto e dei mugolii ad hoc prodotti da quello xilofono del 1893? Toccherà giustificarli tutti quei soldi che vi chiedono per questi popo' di concerti, o no?
Nell'annosa diatriba tra the show musto go on e the show must go home ancor più annoso si presenta il decantare a mo' di poesia natalizia le tre posizioni della classifica che anche le teste di radio leggono ansiose durante la loro miglior defecatio meridiana (neque bona neque sana, ricordiamolo): Lo Stronzo della Settimana.
Al terzo posto uffa, stanchezza e finto stupore nell'attesa che la prossima bricconata di Sara Tommasi sia orinare in testa al sacro collegio pontificio tutto, mentre intona le prime terzine de La Divina Commedia. L'avevamo bellamente ignorata in occasione del binaticale tatuaggio del volto di Grillo, ma di fronte al sextapegate (ullalà che novità) non possiamo esimerci. Le nostre fonti hanno analizzato i primi spezzoni del fantomatico video, soffermandosi sulla poesia degli svariati "sono una zoccola – ah – sì – ah" che, seppur vagamente, ricordano la musicalità delle prime strofe di Romeo and Juliet dei Dire Straits. La Tommasi perentoria accusa il produttore della pellicola, reo, pare, di averle somministrato a forza della cocaina attraverso un complicatissimo sistema di controllo delle narici della poverina, che sentiva un incontrollabile impulso a potentissime inalazioni alla vista di stranissime strisce di bianca polvere.
Al secondo posto rimaniamo in zona e chiamiamo in causa Giovannone Ceraselli, in arte Maurizia Paradiso, che, per non dimostrarsi da meno di un Corona che viene intervistato a tradimento dalle iene, ha avuto la brillante idea di pestare a sangue un suo socio in affari (del famosissimo contrabbando di fave dalla Gallura). Motivo dell'ira della pornotranstar sarebbe stato un commento poco carino del diretto interessato (delle mazzate) "Maurizia, cara, sulla frisa ci vuoi pomodorini, un filo d'olio e sale o sto cazzo?"
E finalmente un fantomatico oro che vede alla prima posizione l'ennesimo medium che sussurrava agli spiriti. In questo caso, il buon Karl Lang non crea panico, non predice fini del mondo a data da destinarsi e non usa la cipolla nella carbonara. Per accrescere i poteri psichici e spirituali delle donne che gli si rivolgono, però, avrebbe bisogno di visionare le loro vergogne più e più volte. Del resto, gli spiriti sono nudi, ribadisce l'Aleister Crowley del nuovo secolo, e per comunicare con loro nudi bisogna essere. Poco importa poi che insieme ai poteri psichici e spirituali delle donzelle si accresca anche quella pantagruelica erezione che l'interessato propone con garbo alle devote. Ricordatevelo nelle vostre prossime sedute spiritiche. I fantasmi, si sa, son suscettibili e timidi.
Alla prossima settimana!
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