Friday 30 December 2011


Ci hanno provato in tanti.
Una lotta senza precedenti innanzi alla quale persino Radames Friselli, figlio illegittimo quarantaduenne di Clark Gable con Ignazia la lavandaia, ha dovuto frenare le sue intenzioni scioperanti nella fabbrica di acquitrinii presso cui lavora, e ammettere che sì, nel bene o nel male, gli avrebbe alleggerito molto l'astio del misero bottino salariale e della pensione slittata nel 2095 il sapere di poter concorrere a Lo Stronzo dell'Anno.
Ad onor del vero, però, non sono bastati i 72 giorni di sciopero marrone (durante i quali si peritava di cacare ogni mane negli altoforni della fabbrica) a fargli conquistare l'ambito premio.
Esattamente come non sono bastati tentativi di qualche nostro collaboratore nello sforare le consegne di disegni e vignette pur di conquistare il tytolo. Eppure, di fronte ad un primato che vale l'annualità di stronzo non possiamo dimenticare chi, manscherando quei pacchi dono come regali di natale o come pacchi per gli accattoni che schiatteranno di freddo e inedia a gennaio, ha voluto ungere gli ingranaggi dei nostri televoti pur di raggiungere la vetta.
Ringraziamo malvolentieri per:
- i sedici cammelli e le loro 32 tonnellate di sterco ricevuti per la candidatura dei preti che hanno deciso di festeggiare la santità del natalizio nascituro legnandosi di contentezza e per la candidatura del pretino che aveva deciso di affidare la pulizia del proprio ecclesiastico colon nei sapienti zoccoli di Arthur, raro cavallo a cinque zampe;
- una fedele riproduzione in bachelite e vetro di murano del pene di Malgioglio, da usare come pregevole fermacarte, ricevuta per la candidatura di Oliviero Toscani, che, non sapendo che cazzo mettere sul proprio calendario 2012, è inciampato nella risposta proprio nel momento esatto in cui si poneva la domanda;
- gli slip dimenticati da Sara uffaancoratu Tommasi, autocandidatasi come sempre (Sara, noi ti si vuol bene per almeno due valide argomentazioni, anche noi vorremmo vivere accanto ad una fabbrica di lexotan senza lucchetto, ma la domanda resta lecita: ma a te sto signorilinaggio delle banche cos'è che t'ha fatto? siamo convinti del resto che i tuoi risparmi son ben nascosti sotto il mattone);
- un feudo di diciotto acri coltivato a rapini e banane direttamente dal governo per quel bel decreto milleproroghe che prima ci ha fatto maledire di aver dimenticato almeno 100 volte la sportina di iuta e grano, quando ci recavamo nei vari supermercati, poi ci ha posto di fronte all'annoso problema del tipo di sacchetto da usare per la spazzatura e poi cosa fa? Salva le buste di plastica un tempo bandite.
No, noi abbiamo guardato oltre e non ci siamo fatti corrompere.
Essendo dunque alle porte il primo dell'anno non possiamo che assegnare il tytolo di stronzo dell'anno a chi anzitempo aveva già deciso di prepararci un classico dei classici per il nostro veglione in maschera: l'anguilla al limone. Alla coppia di arrapatissimi sessantenni rietini che ha varcato le soglie del semplice missionario o del bondage, presentandosi in ospedale come novelli cenobiti con un limone nel culo (lui) e con un'anguilla nella vagina (lei) il nostro osannato plauso, il bacio della commissione ed una notte infuocata con Radames e la sua combriccola di scioperanti anguillodotati.
Al prossimo anno!

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