Monday 1 October 2012


Del sonno, di sicuro. Si possono contare greggi infiniti di pecore prima che nel capoluogo meneghino arrivi il camion della raccolta vetro a vanificare il tutto. Alle cinque del mattino. Quasi stessero facendoti un favore.
Per i giornali dev'essere imbarazzante aggrapparsi sempre alle stesse notizie, alle stesse personalità di medio e bassissimo spessore che rubano, quando sarebbe molto più pratica una prima pagina con su scritto "Oggi niente di nuovo, la solita merda". La competitività da social network nel non avere nulla da raccontare, il non potersi sempre lamentare della puzza dei mezzi pubblici, del magna magna lisergico alla base della politica.
Quando il quotidiano si riduce alla produzione smodata di lamentazioni sempre più sconnesse e sgangherate misto mi piace misto rifiuti alcaloidi misto instagram di facce sorridenti misto aperitivo dopo le diciotto ma chi ha più voglia, si entra inevitabilmente in uno stallo primordiale e la scelta di distendere i nervi il fine settimana da scommessa personale al venerdì diventa una necessità incombente. Bisogna correre ai ripari. L'autunno è alle porte e non ci saranno più le droghe televisive di un tempo.
In un mondo ideale lontanissimo dalla realtà vivremmo tutti di rendita sommersi da cartoni di pizza, vaschette d'alluminio schiacciate dei vari take away, moretti vuote e dispositivi elettronici dai costi sempre più elevati. Invece questo periodo di pseudocrisi, pseudorivolte, pseudometteremoapostolecose è caratterizzato dall'effetto sasso in un pozzo nero. E' divertente lanciarne uno nella rete e smuovere i liquami, ma è inevitabile il doversi sorbire le esalazioni. E quelle restano.

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