Sunday, 18 December 2011


Buongiorno miei famelici lettori bramanti di nuove ricette e bentornati alla rubrica culinaria preferita da tutti quelli che, come noi, non sono ancora in ferie, magari perché un dispotico datore di lavoro (nel nostro caso l’illustre injenier M.) vi tiene sotto frusta.
Oggi tra l’altro il sindacato idiosincratico aveva deciso lo sciopero generale, ma vista la presenza di numerosi crumiri in redazione, pubblicheremo lo stesso, controvoglia, una ricetta natalizia per accontentare anche il più cicciottello di voi.

Oggi vi insegneremo a cucinare le orecchiette alla M., quelle che regaleremo appunto all’amatissimo injenier per averci fatto lavorare anche oggi.
Innanzitutto versate in una bacinella d'odio nell’ordine: un chilo di farina doppio zero, un litro d’acqua, sale e lievito. Poi, di soppiatto, staccatevi dei peli da sotto le ascelle, che non lavavate appositamente da due decadi, e infilatele in un frullatore con dei prodotti prelevati dal vostro naso e dal vostro ombelico. Quindi, dopo che la sbobba frullata sarà del tutto incolore, versatela nella bacinella e impastate con gusto emettendo jodel di piacere.
Quando il preparato sarà pronto, fatelo riposare per diverse ore, cosicchè il lievito faccia il suo effetto, ma prima di coprire la bacinella per tenerla al caldo, scorreggiatevi silenziosamente dentro, e poi sigillatela benbene coprendola con numerose coperte.
Dopo tre ore di gozzovigli, potete incominciare a fare le vostre orecchiette, stendendo la pasta e tagliandola nella forma giusta. Una volta pronte, sapete già come cuocerle, altrimenti in tutti ‘sti mesi di rubrica non vi abbiamo insegnato un cazzo e saremmo decisamente alterati.
Ovviamente conditela con sugo stantio e abbondante parmigi-ano reggi-ano. Se al vostro capo piacerà il piatto, riderete crudelmente sotto i vostri folti baffi , fatti crescere appositamente per l’occasione: la vendetta è compiuta!

Vino consigliato: dell’ottimo Lancers frizzantino con dentro del Roipnol.

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