Pensando al periodo di ferie di cui ci appropinquiamo a godere, quasi ci manca in quei noiosi pomeriggi domenicali, durante le difficili digestioni di lasagne in laterizio e brecciolino, quella inutile e alle volte boccoluta bionda che risponde al nome di Enrica Bonaccorti.
Ci manca quel suo mostrare con fare materno e spocchioso questo o quest'altro cucciolo abbandonato e preso a calci nel culo dal suo ex proprietario prima di agevolargli la prima piazzola di sosta della A14. Come non ricordare d'altronde quei meravigliosi reflussi gastroesofagei durante i suoi dissacranti deliri in piena ipnosi da telecamera e le sue invettive latrate contro le creature subumane colpevoli di tutte le abiezioni da lei raccontate.
Eppure, tutte le volte che il suo ricordo sta per lasciare finalmente il passo al nuovo marmoreo deretano del reality di turno, ecco che rispunta fuori con l'ennesima intervista, sia essa radiofonica o un semplice trafiletto sul nuovo numero de Le Ore. E quando la nostra eroina dalla favella d'oro, la fondatrice della compagnia cucciolo in carriera, la savonese matrona del pelo ritto non è troppo impegnata a decantare il proprio curriculum di attrice, scrittrice, autrice, conduttrice, venditrice di lupini salati, si impegna soprattutto a smentire a spada tratta ogni suo presunto coinvolgimento d'esordio nel mondo della pornografia cacio e pepe. Come se qualcuno non ci dormisse la notte pensando ai suoi eventuali esordi hardcore tra batuffolose verghe.
Da parte nostra ci piacerebbe molto credere alla cara Enrica, fosse anco solo per il fatto di aver partecipato proattivamente alle televendite di minorenni libagioni in quel gran puttanaio passato alla storia sotto il nome di Non è la Rai, condotto insieme alla mai troppo sputata Antonella Elia (nota ora come allora per i suoi modi raffinati da educanda e le sue famose scoregge al plutonio, che era solita proporre durante la trasmissione al termine di ogni balletto). Tuttavia, il nostro idiosincratico e sin troppo alterato Wikileaks ci invia prove schiaccianti che inchioderebbero la petlover come protagonista indiscussa del Porn-Snuff-Bat Movie del 1966 Regine nel Paese delle Cappelle, l'intricata storia di Melisenda Cuffaro, ex regina del jet set milanese, che per amore si trasferisce a Bagnacavallo, dove però non troverà ad attenderla il suo Laenzio Ciufoli (carpentiere, idraulico e stasaculi), ma uno stuolo di nani ballerini (37) amanti di Proust e delle orge leprine.
Possiamo solo sperare di reperire prima o poi una copia di questo impareggiabile capolavoro.
cazzo, geniale... non ho altre parole. Geniale.
ReplyDeleteLuca
Il mio unico rimpianto è non averla mai incontrata per qualche sonoro calcio nel culo.
ReplyDeleteSte'