Ieri andava in onda l'ultima puntata di un baraccone mediatico con rari e scarni addobbi di politicamente scorretto, a parte il mettere poi sfarzosi balletti in pieno bagaglino style e due capriole nella bara per Paolo Conte che ci stanno tutte (vai Paolo, la prossima faccela carpiata...e oleee!).
Un Vieni Via Con Me tirato in piedi tanto per farci annuire come caproni al pascolo con dieci dodici Quanto è vero a puntata; come se non sapessimo che quel puzzo che sentiamo tutti i giorni è realmente merda e non fumo di concia. Eppure, immaginandoci un pomposo Fazio che ci presenta con il microfono ben piantato nel retto ed il patetico sorriso da koala innamorato, ecco la nostra personale lista di cose che ci mancano dell'Italia (continuando comunque a viverci dentro):
- ci manca il buon cinema, quello di gente come Boldi che, coi finanziamenti statali alle spalle, si vanta della sua comicità non volgare nelle interviste; questo dopo averci propinato per natale peti esplosivi e pupazzi di neve con scope nel culo (e questo solo nei trailer domenicali);
- ci mancano i cari treni italiani, quei bei carri bestiame lerci come latrine turche e affollati come concerti di Gigi D'Alessio con Napoli nel cuore;
- ci mancano gli anticlericali che smerdano il papa e la chiesa tutta pubblicando sotto le Edizioni Paoline.
- ci manca un po' di sano fumo negli occhi di qualche scandaluccio fresco fresco da salotto bene con Barbara Impulso, di quelli con un milione di versioni tutte false, che ci faccia dimenticare anche solo per un attimo le nostre personali pezze al sedere;
- ci mancano le nostre madri con le loro menzogne culinarie mentre cerchiamo una paninoteca aperta alle 3 di notte
"mamma non hai messo i capperi negli involtini giusto?"
"certo che no, caro!"
numerica stimata: 18 capperi per cm quadro di braciola;
- ci mancano gli idoli italiani di una volta, ma se son tutti come la mascotte Ciao dei mondiali del '90 ne facciamo volentieri a meno;
- ci mancano quelle belle raccolte fondi sulla salvaguardia dei papaveri del basso Lazio e le buone vecchie campagne "una firma contro la droga", chè una firma, si sa, fa bruciare oppierie intere come le maledizioni di Fu Manchu;
- ci manca il poter comprare le parole a peso ai mercati Zanichelli, come il buon Mark Zuckerberg, animo nobile da segaiolo e cuor di novello miliardario, innamorato della parola Face. Speriamo solo che qualche pornostar italiana non prenda una lampionata decidendo di comprare anche la parola cazzo, altrimenti toccherà pagare i diritti pure su quello;
- ci manca il rigare dritto, lo scegliere la vita, diventare come tutti gli altri, con il lavoro, la famiglia, il maxitelevisore del cazzo, la lavatrice, la macchina, il cd e l'apriscatole elettrico, buona salute, colesterolo basso, polizza vita, mutuo, prima casa, moda casual, valigie, salotto di tre pezzi, fai-da-te, telequiz, schifezze nella pancia, figli, a spasso nel parco, orario di ufficio, bravo a golf, l'auto lavata, tanti maglioni, natali in famiglia, pensione privata, esenzione fiscale, tirando avanti lontano dai guai, in attesa del giorno in cui morirai.