Monday, 13 June 2011


Dura la vita da nano.
Ne sapeva qualcosa Hans di Freaks che, innamoratissimo della bella Cleopatra, manca poco ci lascia piume e nanezze per amore. Senza contare poi altre nanesche figure (come il perfido Olaf di The Sinful Dwarf) che, incattivite per essere state scartate nelle selezioni degli Oompa Loompa, finivano per macchiarsi dei crimini più abietti, quali sequestri di ignare donzelle a fini sessuali e scorregge nelle minestre di stelline in brodo nei gerontocomi. Va bene, erano altri tempi e gente come Barbara D'Urso non aveva ancora preso le redini di quell'oppieria mediatica fatta di fenomeni da baraccone e storielle vagamente strappalagrime. Forse quindi è proprio questo senso d'affezione televisiva alla nanezza che impone il the show must go on e l'intransigente regola del morto un nano se ne fa un altro.
Dimenticate dunque l'espressione bonaria di un Pingping in ipnosi mammelloprodotta in braccio alla D'Urso, lasciate stare il sorriso nanico sgargiante adagiato su un cuscino nelle trasmissioni di Gerry Scotti e preparatevi al post Pingping con Junrey Balawing ed i suoi 23,5 pollici di lillipuziana cattiveria. Figlio di un fabbro filippino e di una bombolonaia di Velletri, il terribile soldo di cacio ha già dichiarato guerra al mondo e si prepara, forte della sua mimica facciale a metà tra Borat e Zoolander, a scalare le vette dell'Olimpo della nana elegantia dettata da Rufus. Mentre la battaglia infuria tra meritocrazia e nanocrazia, attendiamo solo di vederlo gaudioso come nel primo mistero del rosario tra i seni cordiali della sopracitata signora dei salotti mediaset.

Monday, 30 May 2011


C'è stato un periodo non meglio precisato tra il 2001 e il 2002 in cui era quasi impossibile non sentire ovunque Mad World tristemente cantata da un perfetto sconosciuto, il cui unico pregio canoro era quello di essere facilmente scambiato per Michael Stipe dei Rem. Questo con buona pace dei Tears for Fears e del mondo intero, che peggio di così non poteva proprio andare. Almeno così credevamo. Poi sono arrivati i Gormiti, le puttanelle che ti taggano su facebook in una foto di un cesto di pere o di anatroccoli (questo quando va bene) e le verdure killer con cui scatenare terrore da pandemìa nel mondo della buona tavola e della buona pornografia.
Per chi dunque alla Troisi si stesse ancora crucciando "pensando fosse amore e invece non era nemmeno un calesse, ma un cetriolo di immani proporzioni" ecco i terribili cetrioli killer. Che fossero letali lo avevamo ben imparato dagli hamburger mac donald's, dove una fetta di cetriolo radioattivo viene subdolamente inserita al centro del panino, ma nessuno aveva capito che quello era solo l'inizio.
Attenti dunque se vostra suocera vi propina un'insalatina leggera per pranzo o, peggio, se il vostro partner vi propone di mettere un po' di pepe nella vostra relazione ammiccando con un cetriolone impugnato a mo' di scettro.
Già dieci morti in Cruccandia spaventano tutta Europa e se un tempo avevamo uno Sposini che ci mangiava polli in diretta televisiva per calmare le paure dell'utente medio in merito all'aviaria resta ora da chiedersi chi ci proporrà elucubrazioni cetrioliniche nei salotti bene?

Monday, 2 May 2011


Ci sarebbe tanto piaciuto creare un po' di sano allarmismo in stile cinematografico ed esordire con una battuta sagace quale "la beatificazione di Wojtyla è stata talmente sorprendente che anche il sangue di San Gennaro c'è rimasto secco", ma le cose, com'è quasi giusto che sia, non vanno mai come ci si aspetta. E infatti, a dispetto di chi credeva come noi che di punto in bianco da quell'ampolla sarebbe spuntato Pazuzu in brache di tela palleggiando come Maradona, la partenopea pummarola santa si è shquagliata di fronte al solito migliaio di O mimate con la bocca in un primo maggio che, tra benedizioni urbi et orbi e allegre canzonette, ha accontentato un po' tutti.
Forti dunque del miracolo napoletano, che si ripeterà anche tre volte l'anno ma che non fa comunque scomparire la monnezza, assistiamo per l'ennesima volta alla sagra del ritrito e dei buoni propositi in una festa dei lavoratori che ha quasi dell'agonistico, tra comunisti mangiabambini riuniti sotto l'emblema di libertà e musica e soldati del cristo forti della vittoria della champion's league beatitudinale di Giovanni Paolo II. Tutti d'accordo almeno sull'osservare un minuto di ligio silenzio per rosicare insieme sull'evidente rogna che un primo maggio caduto di domenica possa aver causato. Qualche spruzzata di manifestazione con bandiere a strisce multicolore, due o tre mummie a cantare afone le glorie che furono, Bella Ciao che sembra sempre più un qualsiasi pezzo di Vasco e tanta tanta retorica che, tra una critica alla beatitudine per pinochettiane amicizie ed un baratro di dimenticanza fatto di quella lunga lista capitanata da Arafat di nobel per la pace assegnati alla segugio penis, già oggi non vale più un cazzo; oggi che tutto verrà seppellito dietro la notizia di un Osama Bin Laden con un bel buco in testa già opportunamente seppellito in mare (e perchè non in montagna sotto l'ombra di un bel fior?), laddove è un eremita rincoglionito in una grotta che spaventa, non il milione di estremisti talebani in burqa pronti a farci saltare il culo.
Ma è un fato ineluttabile e scontato quello delle magre consolazioni, soprattutto se, com'è abitudine della nostra vecchia e cara banana république, si ravana ancora nella merda per sudditanza a chi regala promesse di posti di lavoro o di posti in paradiso, ignorando ben altre coerenze.
Avvisateci quando il sangue di San Gennaro si tramuterà in un bel Bloody Mary.

Monday, 18 April 2011

It's a lie that we don't believe anymore"

Questo non perchè ci piaccia più Sting di D'Anzi o Rabagliati, ma perchè, sebbene bastoni e manganelli possano rompere ossa e denti, sono le parole che annientano e cancellano. Le parole di chi canta gigione motivetti cari alla nonna mentre trionfa l'ad personam. Le parole di chi cerca del buono laddove ci ammazzano pacifisti. Le parole di plutonio che ci vorrebbero mettere sotto il naso.

Monday, 21 March 2011


Tripoli, distrutto palazzo vicino al bunker di Gheddafi.
Domani sarà la volta della cuccia del cane Ugo.
Sempre più contrastanti le notizie sulla situazione libica.
Mentre per il capo dello stato l'Italia non sarebbe in guerra, il capo del governo consegna le chiavi delle principali basi aeree italiane, affinchè siano usate come comode alcove prebombardamento.
L'Italia ha tradito, pigola un Gheddafi in carenza di imodium e sciopero delle tonache nel dramma in 3 atti in scena in questi giorni. E come dar torto al paladino della conversione islamica? Solo ieri lo accoglievamo con mille salamelecchi e hostess da convertire!
Beh, caro Mu'ammar Ciro Gualtiero, cosa ti aspettavi? Siamo l'Italia por Bacchus! Da che mondo è mondo non abbiamo mai brillato nel genio militare e nelle scelte di campo. Forse perchè, rubando le parole di Libero Bovio, chist è 'o paese d' 'o sole o forse perchè, più semplicemente con i Molotov, arrancar el problema de raiz y cambiar al gobierno de nuestro pais.
Tuttavia la sostanza non cambia:
sarà bene preparare i sederi per i prossimi Tomahawk.

Wednesday, 2 March 2011



Detta male verrebbe quasi da esclamare che non ci son più i bei nani di una volta.
L'eleganza nanesca, unita alla classe di quel ciondolare affabile e a quei modi cortesi, incontrollabile ammalio di spaesate fanciulle, ormai sono solo uno sbiadito ricordo che a malapena ritroviamo nel nostro caro grafico e curatore d'immagine Rufus Pocchiola, splendido e baffuto esemplare di nano alto, qui intento a corteggiare la marchesa Ettora della Fagiana dopo averle offerto un cordiale lampone e varichina. Di lì a poco (3 minuti e 12 secondi) la marchesa si abbandonerà totalmente alle nanesche lusinghe, deliziando quel furfante di Rufus con grattini sul capo, pettinate di baffo e prese olson alla base del suo esagerato dugongo.
Eppure, nonostante l'atavico piacere della conquista, un timore rimane fondato in quel piccolo cuore, così come nel nostro: che gli eclettici insegnamenti dolce stil novo della sua scuola per nani eleganti possano perdersi per sempre.
Fondata agli albori degli anni 60, la scuola vantò presto proseliti eccellenti. Tra i suoi seguaci più validi Rufus ci rammenta con voce rotta dall'emozione nanezze del calibro di Verne Troyer, che raggiunto l'apice della carriera con il suo minime si è fatto accecare dalle luci della ribalta hollywoodiana smerciando i suoi sex tape come una Paris Mengoni Hilton qualsiasi; ci ricorda commosso il suo pupillo Jason "Wee-Man" Acuna, che lo ha abbandonato seguito da un invisibile coro di etepareva dopo aver scoperto i suoi natali pisani e conseguentemente i pacchi sorpresa delle venditrici d'emozioni sulla Traversagna; fino ad arrivare alla morte dell'adorato Ping Ping, che per ben due volte riempì il suo cuore nano d'orgoglio vincendo nel 2006 e nel 2007 l'ambito titolo di Nano Elegante.
Eppure il fallimento più grande agli occhi stanchi e tristi del baffuto e ancor piacente Rufus resta con i suoi due primissimi allievi, Silvio e Renato, i quali, dopo aver radunato le truppe di Gondor, hanno scelto di passare al lato oscuro della nanezza, militando nelle fila della politica del bel paese e lasciandosi coinvolgere nelle guerre contro Isengard, nonchè in quel meretricio privato che ha portato le fazioni del fronte di liberazione nanesco, da tempo scettiche a credere alla scuola per nani eleganti, a ribadire ancora una volta deandreianamente che


un nano è una carogna di sicuro perché ha il cuore troppo, troppo vicino al buco del culo.


Monday, 28 February 2011



"Oh mother tell your children
Not to do what I have done
Spend your lives in sin and misery
In the House of the Rising Sun"

La corsa al macabro domenicale è ricominciata.
Un altro cadavere giovane su cui mangiare.
Chiudetevi in casa, disattivate i postriboli mediatici e occhio ai buoni sentimenti.
C'è chi attenta alla vostra sanità mentale.

ps: le nostre più sentite scuse a Sergio, nostro avvoltoio domestico, per averlo usato come metro di paragone.

Monday, 21 February 2011


E pensare che stava andando tutto così bene.
Re Joffy Joffer e sua moglie Aoleon, indiscussi sovrani di Zamunda, avevano già organizzato tutto per le celebrazioni del matrimonio tra la loro figliastra Addolorata ed il dittatore Mu'ammar Ciro Antonio Gheddafi. E invece tra proteste e manifestazioni al buon Mu'ammar è toccato far saltare tutto, compresi i manifestanti. Questo inconveniente lo ha turbato così tanto da portarlo a minacciare l'Unione Europea di porre fine alla politica di cooperazione nella lotta contro l’immigrazione, di non procurare più prosperose minorenni per gli italici e premieristici bunga bunga e di riprendere il suo islamic conversion tour, che già mesi fa aveva toccato la nostra capitale registrando un sold out pari a quello di un concerto di Lady Gaga.
Ora pare che Mu'ammar Ciro Antonio non solo si sia rifugiato in Venezuela, ma abbia preso a lavorare anche per uno dei tanti Fast Food di Cleo McDowell, il quale, ancora dopo ventanni, continua a battersi contro la catena McDonald; in tutto questo si è invaghito così tanto della bella Mariacarmelogiovanna, contabile terziaria e donna di fatica nello stesso Fast Food, da volerla addirittura come (sedicesima) moglie.
Mu'ammar, non fare cazzate! Rigirare hamburger e broccolare portinaie che chiedono pochi spiccioli davanti alle porte dei cessi pubblici non è da te.
Torna da noi in Italia. Ti accoglieremo con 1000 procacissime hostess pronte alla conversione questa volta e crocifissi di zenzero da sgranocchiare durante i tuoi dibattiti.
Mu'ammar, torna nell'Italia tua.
Mu'ammar, nella stanza tua c'è ancora il letto come l'hai lasciato tu.

Monday, 14 February 2011


Pensato per te, o fanatica donna in carriera.
                 Ideato per te, o pettinatissima fantesca.
                                      Creato per te, o sinuosa maliarda.

Se anche tu ti senti gelminianamente radical-chic, ma la puttanella che è in te scalpita furente alla pari di una cavallina storna per poter venire allo scoperto e destreggiarsi tra vetuste verghe politicanti, corri allora a comprare

          TALCO IDIOSINCRASIALTERATA

I suoi estratti di crigno e la nuova formula con più antrace conferiranno alla tua pelle la morbidezza di un travertino e l'insostenibile leggerezza dell'essere (troia ovviamente).
In comode confezioni da quattro chili.

Monday, 7 February 2011


IPSE DIXIT

Abbiamo tutta l'intenzione di trattare i rom come persone
                                         ( Renata Polverini - 09/2010 )

Contro il freddo abbiamo introdotto l'uso di comodissimi ed innovativi bracieri
                                         ( Serenello da Frascati - 1200 DC )

Il patto era: "te la pruzzi com'è!"
                                         ( Mickey O'Neil lo zingaro - 2000 )

Monday, 31 January 2011



"All the cops in the donut shop say
Ay oh whey oh, ay oh whey oh
Walk like an Egyptian
 Walk like an Egyptian"


Wednesday, 26 January 2011


Non volevamo crederci, noi per primi.
Va da sé che ci hanno pagato profumatamente per tenere la notizia per noi, per non divulgarla, in modo da non diffondere il panico tra i nostri lettori, ma davvero non possiamo tacere, stavolta non possiamo reclinare il capo e obbedire.
Ci avevano preso in giro, quando eravamo stati sorpresi a studiare, tutti diligenti, libri come questo, sottolineandone con l'evidenziatore i passaggi fondamentali, preparandoci con una meticolosità mai avuta per un esame universitario; ridevano, “siete fuori di testa”, dicevano.
Ma avevamo ragione noi.
La notizia di cronaca più assurdamente tragica di ieri è stata abilmente camuffata da tentativo di ricatto, o chissà cos'altro.
Ma la verità ci è stata svelata: Mike Bongiorno is back from the dead.
A nulla valgono le dichiarazioni indignate dei suoi colleghi, che gridano all'indecenza e alla bassezza umana, la verità è che anni e anni di radiazioni televisive hanno finalmente portato al diffondersi incontrollato di quel virus che consente alla carne morta di tornare alla vita, e sono proprio i nostri beniamini catodici i più colpiti dall'epidemia, per forza di cose.
Fossi in voi nei prossimi mesi terrei d'occhio i feretri di Sandra & Raimondo, di Corrado, di Enzo Tortora, di Gigi Sabani: da vivi come da morti, è il nostro cervello che bramano.
À la prochaine,
E.

Tuesday, 25 January 2011


 
"You don't know how lucky you are, boys
Back in the USSR"

Monday, 24 January 2011


Shit happens when you party naked.

Le perifrasi d'oltreoceano sono un po' come gli adagi che recitava lapidaria e in piena trance mistica mia nonna di fronte a qualsivoglia accadimento. In sintesi sarebbe una sorta di se te la cerchi è del tutto normale che te la trovi. Fuori pioviggina e lasciamo l'ombrello a casa? Non lamentiamoci del temporale mentre imitiamo l'uomo ragno appiccicati ad un muro sotto un balcone. Ci si vanta di una nomea come Mister lo tiro fuori in tempo? Il poppante è in agguato e non serve imprecare al primo vagito.
In altre parole, la merda capita quando vai alle feste nudo. Nulla di più vero. Una sorta di nostrano se sputi in cielo preparati a bagnarti di saliva il viso, o giù di lì.
E' per lo più la stessa cosa con il social network e tra gente che non vuole assolutamente usarlo, gente che ne è letteralmente drogata al punto da scriverci anche il numero di metastasi del nonno morente, gente che non lo usa ma sotto sotto la notte è sempre lì a spulciare le foto di una ex, facebook è la sintesi di quanto ci circonda adesso, dal concerto rock di provincia al fattaccio di cronaca, dal giochino in cui rincorrere una lontra col mouse al gruppo di sostegno per l'uomo d'affari depresso.
Il mondo virtuale sta avendo la meglio sulla realtà. Se da una parte un carabiniere sbrocca con la figlia per via di facebook e ammazza prima lei e poi si suicida, dall'altra qualcuno eliminerà un contatto dalla lista dei propri amici, convinto di poterlo cancellare così dall'esistenza. Elimina l'amico e un fulmine lo colpirà in pieno, questo il mantra. E mentre un marito ammazza la moglie solo per il suo essersi definita single sul social network (c'erano tempi in cui bastava urlare un puttanazza con occhi di bragia tra amici e parenti), uomini e donne correranno ad aggiornare il proprio status sentimentale non appena una relazione finisce; dio non voglia che non si sappia immediatamente di essere già su piazza disponibili e riciclabili. La verità è che l'amore e i rapporti ai tempi del feisbùc son diventati dei grovigli inestricabili, dove basta così poco per mandare tutto in vacca. Eppure, tra autoscatti inutili a braccia tese, foto piacione abbracciati ad una chitarra o alla gigantografia di Jenna Jameson e commenti al vetriolo sui reciproci status non ci si stanca mai di lamentarsene. Le sedicenni spariscono? Colpa di facebook che ha permesso al quarantenne o al ragazzino con ormoni grossi come tacchini di avvicinarle. Il rave party va male e ci scappa il morto? Colpa di facebook che ha fornito le pasticche. Vi fa male la pancia? Colpa di facebook; di chi altri se no? Facebook, il fratello bastardo della musica heavy metal. Che anche quella, si sa, in decadi e decadi di storia ne ha fatti di danni! Ma nulla dalla testa ci toglie che, senza alcuna ragione in particolare e con qualsiasi tipo di connessione, il concetto filostatunitense rimanga: shit happens when you party naked.
Alla nostra morte nessun gruppo alla memoria, solo opere di bene.

Monday, 17 January 2011


Sarabanda pt.2 (Ferradini time)

IPSE DIXIT : "Mai pagato per una donna. Ennesimo teorema per eliminarmi. Non ce la faranno"

Senza fiducia un uomo che cos'è
su questo sarai d'accordo con me
Senza fiducia un uomo che cos'è
é questa l'unica legge che c'è

Friday, 14 January 2011


Ancora tu... non mi sorprende, lo sai?
Ancora tu... ma non dovevamo vederci più?

Monday, 10 January 2011


Tempi duri signori, tempi duri.
Anche su idiosincrasia si abbatte l'ombra della minaccia, della vessazione psicologica, del velato consiglio antecedente le mazzate. A recapitarci il minaccioso volantino è Giovanbattista Panari, che gagarone campeggia al centro dello stesso, mentre mostra le dimensioni da conca di limone alle quali vorrebbe adeguare i nostri orifizi da babbani incalliti. Noto attivista della falange armata del nucleo paralavorativo anticazzeggio, il Panari ( cinquantadue primavere il prossimo luglio ed ex taccheggiatore di supermercati lidl ) è già noto alle forze dell'ordine per i numerosi pacchi bomba recapitati alla sede delle Edizioni Paoline, per il ripetuto stalking alla Hunziker e ad Iva Zanicchi, nonchè per altri piccoli reati come la pioggia di raudi alla merda sui comizi di Romano Prodi del 1996 e l'istigazione all'accattonaggio a suon di calcagnate nei denti di dieci piccoli nani Oompa Loompa. Ad allungare questa già nutrita lista di marachelle la non remota certezza che possa essere proprio il Panari l'autore delle scritte di stampo squisitamente brigatista apparse contro il povero Marchionne in questi giorni ed il mandante dell'aggressione al giornalista pacioccone Adinolfi, randellato a colpi di casco da otto fatine dei dentini.
Lo vedi caro utente medio cosa succede a parteggiare per gli oppressi? Lo vedi, o indefesso lettore, quello che accade a voler rievocare nella realtà film come Gung Ho in orgogli italici formato fabbrica come la Fiat? Lo vedi, integerrimo follower, cosa succede a voler fare del giornalismo nonostante la propria obesità? In altre parole, lo vedi Larry cosa succede quando cerchi di fottere chi non conosci?
Aspettando nuove missive da parte del Panari, rimaniamo in attesa dei nuovi sviluppi di cronaca che tanto ci sollazzano oggigiorno e rammentiamo con una lagrima quello che, in tempi di polemiche, ci han sempre ripetuto i nostri padri fondatori:

...e pensare che qui, un tempo, era tutta campagna.

E forse era meglio.

Thursday, 6 January 2011


Godiamo degli ultimi sprazzi di festività con la gaiezza nel cuor.
Da domani, tra presunte crisi, gossip della politica e uterine indecenze, sarà il solito merdaio.
E ci penseremo noi a ricordarvelo.