Monday 13 June 2011


Dura la vita da nano.
Ne sapeva qualcosa Hans di Freaks che, innamoratissimo della bella Cleopatra, manca poco ci lascia piume e nanezze per amore. Senza contare poi altre nanesche figure (come il perfido Olaf di The Sinful Dwarf) che, incattivite per essere state scartate nelle selezioni degli Oompa Loompa, finivano per macchiarsi dei crimini più abietti, quali sequestri di ignare donzelle a fini sessuali e scorregge nelle minestre di stelline in brodo nei gerontocomi. Va bene, erano altri tempi e gente come Barbara D'Urso non aveva ancora preso le redini di quell'oppieria mediatica fatta di fenomeni da baraccone e storielle vagamente strappalagrime. Forse quindi è proprio questo senso d'affezione televisiva alla nanezza che impone il the show must go on e l'intransigente regola del morto un nano se ne fa un altro.
Dimenticate dunque l'espressione bonaria di un Pingping in ipnosi mammelloprodotta in braccio alla D'Urso, lasciate stare il sorriso nanico sgargiante adagiato su un cuscino nelle trasmissioni di Gerry Scotti e preparatevi al post Pingping con Junrey Balawing ed i suoi 23,5 pollici di lillipuziana cattiveria. Figlio di un fabbro filippino e di una bombolonaia di Velletri, il terribile soldo di cacio ha già dichiarato guerra al mondo e si prepara, forte della sua mimica facciale a metà tra Borat e Zoolander, a scalare le vette dell'Olimpo della nana elegantia dettata da Rufus. Mentre la battaglia infuria tra meritocrazia e nanocrazia, attendiamo solo di vederlo gaudioso come nel primo mistero del rosario tra i seni cordiali della sopracitata signora dei salotti mediaset.

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