Thursday 13 January 2011


Ci risiamo.
Non ci si può abbandonare nemmeno per un attimo ad un laconico ma dai che non ne vale la pena, è come sparare sulla crocerossa che te la rifanno sotto al naso. Ma questa volta no. Parafrasando Papa Pio VII innanzi all'Ufficiale napoleonico dalla verga carrubeiforme, Non possiamo Non dobbiamo Non vogliamo rimanere indifferenti di fronte a questo insulto alla pubblica decenza.
Settimane fa, di fronte ad una mammellodotata Arcuri che vaneggiava di strategismo sentimentale (?) riguardo ad una pseudo romanza dattiloscritta dei nostri tempi, avevamo scelto un tacito silenzio, ammaliati forse dalle due lune di Giove, Io e Ganimede. Questa volta tocca al buon Lele Culo Mora esprimersi positivamente su questo, a questo punto, capolavoro che lui stesso definisce il libro più straordinario che abbia mai letto, con buona pace dell'elenco telefonico di Bracciano, suo testo preferito, dove però non è riuscito a proseguire mai oltre l'Avv.Biraghi.
Eppure ad Alfonso Luigi Marra, mezzadro sessantenne di Acquisgrana reinventatosi avvocato, scrittore e parlamentare europeo (siamo in ottime mani, lo abbiamo sempre detto), non bastavano questi due pilastri della cultura internazionale per pubblicizzare la sua epopea estetico moralista. In un impeto di euforia ha contattato anche Giuseppina Fardoni (qui sopra nello splendore dei suoi 47 anni) per pubblicizzare "Il labirinto femminile". Tuttavia la Fardoni, già nota in passato per aver pubblicizzato gomme da masticare e supposte alla glicerina di cui divenne successivamente schiava alternandole alla masticazione delle gomme, non ha gradito la trama del già vendutissimo capolavoro, rivedendo nella storia di Luisa (la trentenne avvocatessa protagonista dedita ai risucchi di nafta dai più disparati serbatoi) episodi della sua travagliata storia d'amore con lo stesso scrittore Marra. Per questo motivo ha deciso di pubblicizzare sì il testo, ma usando il titolo della bozza antecedente la pubblicazione che già, in tempi non sospetti, era stata bocciata dalle case editrici più autorevoli con un epiteto che lei stessa, sorniona e ghignante, tiene bene in vista.
Noi invece non possiamo che essere dalla parte dell'ammore narrato dal Marra, mostrandoci ansiosi di trovare questo libello in qualche mercatino dei libri venduti al chilo o abbandonato in qualche stazione, per poter finalmente appagare la nostra ormai innegabile curiosità.

2 comments:

  1. Grazie. Solo questo. Ahahahahah

    L.

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  2. Quasi quasi te lo compro e te lo regalo io.

    Ste'

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