Friday, 31 December 2010
Thursday, 30 December 2010
Un giorno, un ragazzo, oppure un vecchio pazzo dallo sguardo spiritato che dice di essere uno scienziato, potrebbero venire a chiederti del libro. Loro sanno che cos'è, e sanno che tu lo hai...
Questo gli avevamo detto a Biff Tannen dopo essere tornati indietro nel 1955 per consegnargli il grande almanacco sportivo e farlo diventare prima ricco sfondato e poi Presidente del Consiglio.
Ma invece di stare attento e mischiarsi nel suo futuro seguito quello stronzo cosa ci combina? Si sbronza a Bergamo durante un baccanale leghista tra coca e puttane e si mette a fare attentati, sfidando così le ire di Maroni e della sua gaia corte di collezionisti di handicap.
Biff, cazzo, possiamo capire che col Parkinson di Marty McFly uno arrivi a confondersi, specie dopo sette giri di grappa al tamarindo, ma non venirci a raccontare che Bossi somiglia a Doc Emmett Brown!
I due ordigni costruiti dal caro Biff, dei rudimentali mattonicini di plastico misto sterco di cavallo e orsetti gommosi come da antica ricetta di Buford Cane Pazzo, sono esplosi davanti alla sede del Carroccio con gran clamore dei dormienti seguaci di Alberto da Giussano.
Addirittura Bossi junior, il Trota come lo chiamano gli addetti alle piscine e la sua tata Gustavo, si è spaventato così tanto che non ha smesso un attimo di agitarsi nel girello.
Solidarietà per il Senatùr dunque.
Non temere Umbertino, mentre tu sbiascichi sul panettone continuando a svilire qualsiasi cosa in cui crediamo, noi abbiamo già convinto Biff a costituirsi e a sottomettere il suo retto alla tua padana giustizia.
Wednesday, 29 December 2010
“Ne ho abbastanza della tua negligenza!”, mi ha urlato P.M., Sommo Imperatore del blog che leggete.
E come dargli torto? Tra cenoni, panettoni. mufloni e altre cose poco piacevoli che finiscono in -oni, qui s'era un po' perso di vista il dovere di tenervi informati di ciò che accade intorno a noi, giorno dopo giorno.
Quale sorpresa, quindi, sorgere dal mio torpore e trovare che persino gli Abba hanno il mutuo da pagare, e non hanno trovato nulla di meglio da fare che riformarsi per la gioia di grandi e piccini, camuffando, in pieno spirito natalizio, con la beneficienza la voglia di spillare altro danaro a noi gonzi. Già lo vedo, il revival disco-dance anni 70 (secondo in bruttura solo all'analoga scena del decennio successivo), che ci costringerà ad indossare pantaloni tanto stretti da mostrare orgogliosi al mondo il nostro strizzatissimo solco balano-prepuziale, mentre orde di hippie invaderanno le strade per portare gioia e amore, in pieno accordo con le politiche aziendali di tutte le multinazionali, pronte già a venderci pistole dell'amore e manganelli delle coccole.
À la prochaine,
E.
Tuesday, 28 December 2010
Friday, 24 December 2010
Thursday, 23 December 2010
Pensando al periodo di ferie di cui ci appropinquiamo a godere, quasi ci manca in quei noiosi pomeriggi domenicali, durante le difficili digestioni di lasagne in laterizio e brecciolino, quella inutile e alle volte boccoluta bionda che risponde al nome di Enrica Bonaccorti.
Ci manca quel suo mostrare con fare materno e spocchioso questo o quest'altro cucciolo abbandonato e preso a calci nel culo dal suo ex proprietario prima di agevolargli la prima piazzola di sosta della A14. Come non ricordare d'altronde quei meravigliosi reflussi gastroesofagei durante i suoi dissacranti deliri in piena ipnosi da telecamera e le sue invettive latrate contro le creature subumane colpevoli di tutte le abiezioni da lei raccontate.
Eppure, tutte le volte che il suo ricordo sta per lasciare finalmente il passo al nuovo marmoreo deretano del reality di turno, ecco che rispunta fuori con l'ennesima intervista, sia essa radiofonica o un semplice trafiletto sul nuovo numero de Le Ore. E quando la nostra eroina dalla favella d'oro, la fondatrice della compagnia cucciolo in carriera, la savonese matrona del pelo ritto non è troppo impegnata a decantare il proprio curriculum di attrice, scrittrice, autrice, conduttrice, venditrice di lupini salati, si impegna soprattutto a smentire a spada tratta ogni suo presunto coinvolgimento d'esordio nel mondo della pornografia cacio e pepe. Come se qualcuno non ci dormisse la notte pensando ai suoi eventuali esordi hardcore tra batuffolose verghe.
Da parte nostra ci piacerebbe molto credere alla cara Enrica, fosse anco solo per il fatto di aver partecipato proattivamente alle televendite di minorenni libagioni in quel gran puttanaio passato alla storia sotto il nome di Non è la Rai, condotto insieme alla mai troppo sputata Antonella Elia (nota ora come allora per i suoi modi raffinati da educanda e le sue famose scoregge al plutonio, che era solita proporre durante la trasmissione al termine di ogni balletto). Tuttavia, il nostro idiosincratico e sin troppo alterato Wikileaks ci invia prove schiaccianti che inchioderebbero la petlover come protagonista indiscussa del Porn-Snuff-Bat Movie del 1966 Regine nel Paese delle Cappelle, l'intricata storia di Melisenda Cuffaro, ex regina del jet set milanese, che per amore si trasferisce a Bagnacavallo, dove però non troverà ad attenderla il suo Laenzio Ciufoli (carpentiere, idraulico e stasaculi), ma uno stuolo di nani ballerini (37) amanti di Proust e delle orge leprine.
Possiamo solo sperare di reperire prima o poi una copia di questo impareggiabile capolavoro.
Wednesday, 22 December 2010
La frenesia dei giorni prenatalizi è risaputa.
Non c'è da stupirsi, quindi, se poche settimane dopo aver parlato dei Take That ci si ritrova col cd nuovo dei re dell'imbolsimento, quei Duran Duran che tanto hanno fatto palpitare le puerpere di qualche generazione fa. Ma non faccio in tempo a sbadigliare di entusiasmo che vengo distratto dalla mia regale indifferenza nei confronti dei cinepanettoni di quest'anno, di cui manco conosco i titoli (mi è sembrato di vedere dei trailer con Aldo, Giovanni e Giacomo, che -sì, sono uno snob- sicuramente riproporranno le trite battute di un gruppo comico che ha smarrito le buone idee almeno dieci anni fa); cerco intanto di schivare i dischi da crooner natalizio che da qualche anno a questa parte spuntano come funghi, e mi delude solo il mio idolo Sangiorgi, che invece di adeguarsi al trend annuncia a gran voce che d'ora in poi i Negramaro saranno sempre più estremi: attendo trepidante il duetto con Burzum, Giuliano.
Insomma, come è noto le nuove generazioni se la passano sempre peggio, e se persino idoli come Lindsey Lohan (che aggredisce donne da sbronza) e Taricone (che si dimentica di aprire il paracadute) ci deludono, non resta che essere solidali con Panucci, che ha mollato la sua pur gnocchissima fidanzata (quella Rosaria Cannavò i cui meriti mi sfuggono, a parte due meloni che accendono in me il desiderio di essere fruttivendolo) rispondendo “Col cazzo!” al suo desiderio di maternità.
À la prochaine.
E.
Tuesday, 21 December 2010
Monday, 20 December 2010
Grande maraviglia e clamore ha suscitato la scelta dell'ultimo film da vedere nel cineforum Calde Frequentazioni di Santa Maria Capua Vetere.
L'errore, fatto sicuramente ad arte, è stato scambiare le pellicole Straziami ma di baci saziami con la meno nota pellicola propagandista Straziami ma di caxxi saziami, magistralmente interpretata dalla ricca ereditiera Paris Hilton. Una pellicola dai contenuti scabrosi e sovversivi, che ha messo in agitazione gli animi dei presenti per i suoi dialoghi post anarchici e inneggianti alla revolucìon.
Difatti la bella Paris - così la definiscono i più, per noi rimane appetibile come il cofano di una ritmo pieno di cavoli stufati prima di una transoceanica - non si risparmia di certo nell'indimenticabile interpretazione di Concezia, donna ferita nell'onore, che pur di vendicare il barbaro assassinio di sua cugina di quarto grado Wilma, decide di autoproclamarsi generalissima e farsi strada in un'Italia sessantottinamente intontita a suon di sboccaponci e sufloni all'amarena, arrivando così a soggiogare tutto il (bel) Paese ai suoi vendicativi voleri.
Una trama forte e nello stesso tempo audace, alla quale però il povero Padoa Schioppa non ha retto, facendo così onore al suo cognome una volta per tutte.
Questa è stata la scintilla che ha portato Maurizio Joaquin Culo Gasparri, presente in loco per assistere con la familia alla proiezione, a correre ai doverosi ripari, rifugiandosi nella sacra e antica arte dello sparar minchiate e minacciando così clisteri evaquativi d'olio di ricino al 3%, arresti preventivi e tegamate da chilo di Pajata preparate da sua nonna Giuseppa per tutti i dissidenti e i contestatori che continueranno a proiettare la pellicola ormai vietatissima; il tutto da effettuarsi sulle note del Bolero di Ravel per rendere le punizioni più international.
Sunday, 19 December 2010
Ormai ci siamo quasi: il natale è alle porte e i vari telegiornali, ignorando qualsivoglia notizia politica, fanno la corsa per consigliare a noi italiani cosa sarebbe duopo regalare ai nostri familiari e amici.Chi potrebbe fare meglio di loro?
Ci proviamo noi di IdiosincrasiaAlterata.
Visto il freddo polare che attanaglia la penisola italica in questi giorni, un bel caffè caldo è quasi d’obbligo per corroborarsi. Ma se la suocera o la zia prepara un caffè non dico disgustoso, ma quantomeno insipido, quale miglior regalo per comunicargli il tuo disprezzo se non una fantastica Toilet Mug? Finalmente potrete esclamare “ Ah questo si che è proprio un caffè di merda!”
Saturday, 18 December 2010
Povero Gerry.
Sono anni che il suo faccione buonista, corredato dal sorriso sornione che tutti conosciamo, ci appare in tutte le salse, dai quiz in tv ai telefilm, dalle confezioni di pandoro a quelle degli assorbenti, e chissà quanti di noi, dopo aver prodotto un ettometro di sterco, hanno temuto di vedere le sue guance paffute far capolino dal wc, al momento dell'orgoglioso controllo di quanto emesso dal proprio sfintere.
Ma ora basta!, ha urlato il nostro, paonazzo in viso manco fosse Dj Francesco quando ha appreso che la Maionchi passa ad Amici.
Via le trasmissioni, via i film tv, via gli spazzolini da denti ed il riso con la sua effige: dopo averci ammorbato per anni (persino, velone antelitteram, nel parlamento italiano, anni e anni fa), Gerry si sente sfruttato, e chiede ufficialmente di sparire per un po'.
Largo ai giovani, quindi, che Vespa e Vinci poi hanno troppa concorrenza (tanto Guzzanti va su Sky e non è una minaccia, in questa landa di digitale terrestre che non funziona) e potrei far facili paragoni con la classe politica, ma mi asterrò.
Il preserale non sarà più lo stesso con Amedeus a vincere incontrastato, Gerry.
À la prochaine.
E.
Friday, 17 December 2010
Quando il bue diede all'asino del cornuto, nessuno nel presepe si stupì e addirittura cristo in culla diede la sua approvazione da bordo campo sbuffando larghe e dense nuvole di fumo dal sigaro che era intento a fumare. I problemi iniziarono quando lo stesso bue (Giuseppe lo aveva chiamato Casimiro, ma qui le voci non sono confermate e occorrerebbe farsi un giro nei vangeli apocrifi per averne certezza) cominciò a disquisire sull'importanza dei magi nel contesto presepiale.
Detto questo, ci associamo al caloroso saluto che Mr Roarke e Tattoo rivolgono alla stronzata di proporzioni gargantueliche venuta fuori dalle labbra della Signorina Belen Alvarez de Villalobos Rodriguez (ma da tutti quelli del Jet Set conosciuta come Chiappette Allegre), la quale affermerebbe con il piglio di una Eva Brown che difende il suo Adolfino:
"Volgare io? Lo sono le showgirl passate in politica!"
Un'affermazione valida quasi come il calcio nel culo sfornatole dalla Tim. Eppure, soffermandoci a pensare, come dar torto a questo pozzo di ingegno, portatore sano del mistico gluteus minimus? Persino Mr Roarke in foto non riesce a nascondere la paresi culoprodotta sul suo viso. Tattoo invece, si sa, è indifferente alle femminee delizie in quanto estimatore di vecchia data del venoso mattarello.
Noi, cara Belen, non giudichiamo. Non ne abbiamo gli strumenti.
Del resto, se da queste parti continuiamo a seguire l'american style cosa possiamo aspettarci dal nostro futuro? Alvaro Vitali presidente della Camera? Tim Krueger alias il Toro di Velletri senatore della Repubblica?
Noi adoratori della tua sacra virtus cachierale, Belen, non vediamo l'ora di apprezzarti sul palco dell'Ariston accanto alla mummia Otzi. E siamo disposti a schierarci al tuo fianco a spada tratta e a renderti addirittura le foto compromettenti del Coroncino che, impugnando tra indice e pollice una caccola di dimensioni epiche, cerca invano, con sapienti movimenti rototraslatori delle dita, di farne perdere il potere adesivo.
Thursday, 16 December 2010
Wednesday, 15 December 2010
Tuesday, 14 December 2010
Quando Mario Salieri ricevette in pagamento da Pippo Santonastaso il qui presente capolavoro, per avergli permesso di guardare di nascosto le riprese de Il Confessionale, non poteva certo immaginare che si sarebbe trovato di fronte ad una delle opere appartenenti al periodo di riflessione e chiaroveggenza del grande pittore Matildo (uno degli pseudonimi meno usati di RR, anche conosciuto come Filippo Saltabanane o Previdenzio da Monghidoro lo spalletonde).
L'artista, ricordiamo ai più, attraversò diverse fasi artistiche ed in quella di riflessione e chiaroveggenza (dal 1912 al 1926) si specializzò nel rappresentare scene di un possibile futuro, che lo stesso bellimbusto dal pennello facile sosteneva di poter intravedere a sprazzi, previa l'introduzione per via rettale (dai 6 ci emme in su) di un bastoncino di liquirizia amara o dopo essersi tirato di prepotenza un maniglione del sedici (a seconda delle giornate).
L'opera qui mostrata ci giunge a proposito, tra il beneagurante e la catastrofe totale, proprio nel mentre di un disperato conto alla rovescia che sta coinvolgendo le masse.
Essa (sempre la crosta qui sopra) viene presentata bellamente con il titulo Evoluzione Anterograda e rappresenta fedelmente da destra a sinistra quelli che solo i posteri riconosceranno come homo alfanus, homo sylvius e homo ictus. Notate la pennellata fluida e le espressioni seriose e vivide negli occhi dei personaggi (soprattutto in quelli dell'homo ictus). Mancherebbe loro soltanto la parola.
Noi, dal canto nostro, continuiamo col nostro conto alla rovescia, rubando quelle che furono le parole dello stesso autore Matildo durante una sua personale del 1945 alla presenza del Fuhrer, dopo aver fatto confusione su quella che doveva essere solo una scoreggia:
"Siamo nel guano signori miei, siamo nella melma, siamo nella più putrida mestizia odorosa, siamo in una valle di lacrime dissenteriche, siamo nel fango, siamo nel merdone."
Dalla merda nasceranno anche i fiori, ma è difficile mantenersi poetici quando rischiano di essere per le nostre lapidi.
Monday, 13 December 2010
“La musica italiana è un brulicare di idee nuove, originali ed innovative, negli ultimi tempi”, è la frase chiara e lampante che mi è venuta nel vedere Elisa eseguire un'utilissima cover di 1979 degli Smashing Pumpkins a Quelli Che Il Calcio, trasmissione sempre più schiava dell'ego spropositato della sua conduttrice (ed io spero che il Sangiorgi mi si trasformi in conduttore e faccia un programma TV con la Ventura, sarà impossibile includerli nella stessa inquadratura). Ma del resto, se Thom Yorke sarebbe voluto morire apposta per rivoltarsi nella tomba ai “na na na” del Vasco nazionale, non vedo perchè il caro Billy Corgan (famosissimo in Italia per aver persino recitato nel celebre telefilm SuperVicky, ma non nel ruolo del piccolo protagonista come tutti credete, bensì in quello della vicina scassafegato) non debba perlomeno sbadigliare un pochino.
Non che all'estero siano messi meglio: con tempismo perfetto la dolce Miley Cyrus si fa riprendere nel fumare della salvia allucinogena nel giorno del suo 18esimo compleanno, proprio mentre il caro, dolce e adorabile Elton John racconta di come abbia rischiato la vita proprio a causa delle droghe (e non già per la sua nota abitudine di incassare banani nel retto al chiar di luna).
C'est la vie.
À la prochaine.
E.
Sunday, 12 December 2010
12 dicembre 2010. Segnatevi questa data perché dopo giorni, ma che dico giorni, mesi, ma che dico mesi, anni, gli italiani si sono finalmente rotti i coglioni di Belen Rodriguez Cozzani (nella foto in alto, immortalata subito dopo aver appreso la notizia), da tutti meglio conosciuta come “Il Troione®“.
Infatti, da quando il bel tegame è diventato testimonial della Tim insieme al sempre finissimo Christian De Sica , le vendite della compagnia telefonica sono crollate in maniera inesorabile, pare proprio per colpa della Nostra, additata dal pubblico come meritrice di bassa lega o degustatrice di colli d’anatra (a seconda del sesso dello spettatore).
Eppure la sua pareva una storia da novella cenerentola: sbarcata in italia sulla Love Boat (era salita a bordo tramortendo il povero Bobby Short rubandogli i costumi di scena e assumendone l’identità), capisce subito che per sopravvivere e accattivarsi le simpatie dei telespettatori deve arrangiarsi come solo una ragazza dalle misure perfette e gli occhi languidi può fare. No, non parlo di diventare una delle escort frequentatrici di casa Arcore, ma della ben più prolifica arte di sbocconcellare le aste di carne dei calciatori di Serie A. Conquista così un posto nella sezione gossip di ogni testata giornalistica italiana guadagnandosi di diritto una poltroncina in televisione come bagascia d’accompagnamento. Il suo potere mediatico aumenta quando scoppia l’amore tra lei e il bel tatuato Fabrizio Corona, da tutti conosciuto come il Re dei Paparazzi o Il Tergi Creapopuli di Lele Mora, che le garantisce un passaggio in tv ad ogni ora su ogni rete televisiva pubblica e non. Belen ormai è ovunque: dal Sole 24 ore alle Ore, non c’è rivista che non parli di lei, da Rai Uno a Gay Tv non c’è programma che non la veda come protagonista. Così la Tim fiuta l’affare e l’assume come puttanone da sbattere mezza nuda sui cartelloni pubblicitari.
Ma qualcosa non ha funzionato.
Sarà stata la sua relazione travagliata con Corona? La sua discussa prossima partecipazione al festival di San Remo accanto ad un noto coprofago ? Sarà stato il fatto che vedendola ogni 10 minuti su ogni giornale, ogni manifesto, ogni televisore , la gente si sia rotta le gonadi di lei?
Ai posteri l’ardua sentenza.
Saturday, 11 December 2010
Friday, 10 December 2010
Quando Vespa l’altra sera interrompeva la visione di Cenerentola sul sacro primo canale per gongolare con l’assaggio del suo mai troppo vomitevole Porta a Porta, migliaia di genitori hanno sofferto di quello che in gergo squisitamente tecnico viene chiamato Coccolone isterico™.
Ancora una volta il povero Brunone, che questa settimana stacca di ben due lunghezze Barbara Impulso nella classifica della diarrea verbale, è stato additato come il cattivo di turno, come l’avvoltoio che si aggira sulla carcassa di una notizia, come il barbone che ravana nel pattume, come il tenero e nello stesso tempo scaltro guardasigilli imperiale dalla lingua biforcuta e dalla leccata avvolgente.
Eppure a sua discolpa possiamo confermare, a gonadi sul ceppo, che nell’immaginario cenerentoliano la mezzanotte era già scoccata e che lui, nella trasformazione della carrozza in zucca, ben poco c’entrava.
Ci rincuora sapere che se non altro il nostro Alfredino Capuano non è rimasto affatto scosso dall’accaduto, ma ha mostrato tutta la sua sorpresa innanzi all’operato del Vespa, rivolgendo a suo padre un commento entusiasta.
Noi invece continuiamo pure a chiederci chi tiene d’occhio questi segugi della notizia dal sottofondo melodico ingozzando le nostre vene dell’oppio del gossip, perché tanto alla fine tutto si riduce a questo. Non si tema: torneranno in sella anche gli stupri, la disoccupazione ed i rumeni ai semafori.
E a noi piacerà perché potremo sputare veleno su tastiere, adattarci sopra i testi di De Andrè, fondare gruppi di sostegno sui social network e recitare il decalogo del benpensante socialista della domenica indossando in gran segreto toghe d’inquisizione mentre ingoiamo tutti i nostri non è un mio problema.
Abbiamo nato per soffre l’accattone dirà ed il trend delle disgrazie gossip ricomincerà.
Thursday, 9 December 2010
Wednesday, 8 December 2010
Non si può tirare il fiato un secondo.
Ci siamo appena ripresi dal vedere la mascella crudele dell'avv. Daniele Galoppa apparirci sorniona da ogni angolo della tv, che subito un'altra bimba scompare, un negro qualunque viene accusato dell'omicidio (qui la ricostruzione dell'interrogatorio ad opera di un nostro attore) e Vespa si frega le mani, più contento del solito.
Ma oggi è festa, l'italiano comune si gode il riposo e fa finta di versare una lacrimuccia per i 30 anni dalla scomparsa di John Lennon, intasando di link il vostro profilo di facebook e si prepara mestamente al Natale, dimenticando toto caelo il significato profondo di una giornata che celebra la probabilissima fecondazione di una vergine da parte di un pennuto.
Occhio al petting, ragazzi, l'ho sempre detto.
À la prochaine.
E.
Tuesday, 7 December 2010
Ci associamo al cordoglio nazional popolare, qui ben rappresentato nella mestizia dello sguardo del capolavoro di Wilmo Franelli dal titolo Dacci giù di bastoni Ciro che ci tiro la briscola, nell’apprendere che Cortina sarà off limits per il povero Lele Mora.
Lele Mosina, questo il suo vero nome, nasce in un intorno non meglio precisato degli anni cinquanta in veneto, frutto della relazione extraconiugale del maniscalco ebreo Santuzzo con la ben nota cantante Susan Boyle, al tempo umile venditrice di castagnaccio e dispacciatrice di uterini piaceri.
Il buon Lele si adopra subito come parrucchiere per signore, ma all’età di 23 anni, subito dopo aver aperto il Coiffeur Lelè a Pinarella di Cervia, si riscopre più amante della peloria favaris che del semplice crine femminile. Abbandona così l’attività di tosatore di pulzelle e si trasferisce a Milano, dove decide di cambiare nome e di fondare un’agenzia specializzata in giri di puttane e riciclaggi vari di personaggi oliati di ceto medio-basso, portatori sani di faccia da culo e macrocefali, il cui unico scopo è quello di starnazzare come anatroni in salotti bene sorseggiando spremute di cetriolo e allietando i pomeriggi di annoiate massaie.
Nonostante il suo indubbio piacere nello scegliere personalmente la frutta ai mercati generali milanesi, rimane però sempre un grande amante delle verdure falliformi oltre i sedici ci emme e come tale si propone al jet-set.
Tra evasioni fiscali, pignoramenti e refrigeranti calippi negrini al chiar di luna, il nostro eroe riesce a trovare anche il tempo di rifornire di scanzonate e sgallettate ragazzine Palazzo Grazioli e di questo tutti gli rendiamo profondamente grazie, dacché un deputato esercita sicuramente meglio il suo ministero a bocce ferme e birilli sdraiati.
Attendendo dunque che tutto questo polverone si abbassi per il nostro affezionatissimo, restiamo in attesa di nuovi e sempre più piccanti sviluppi della sua immonda e deprecabile esistenza.
Friday, 3 December 2010
Questa la reazione spontanea avuta da Silvano Agosti dopo aver appreso della poesia dedicata da Lory Del Santo al nostro caro Premier. La poesia, recitata dalla novella poetessa inpugnando un gambo di sedano alla cena aziendale Mediaset nel dopolavoro ferroviario di Camaldoli, alla presenza dei frati trappisti, di Stefano Ricucci, Novello Novelli, la compagnia della Rancia (escluso il nano Pino in malattia per un prolasso delle gonadi), George Clooney, Beppe Grillo, Suor Germana, Nick Holmes e tutto l'entourage dei Paradise Lost, è stata accolta con calore e stupore da tutti gli astanti.
Il titolo dell'innegabile capolavoro letterario è TU, ma Frate Armandone da Frascati ci ha svelato in gran segreto dopo quattro giri di grappa alle vongole che il titolo originale, ideato dalla nostra Baudelaire cacio e pepe a quattro mani con Melissa P, sarebbe in realtà Rumenta di campagna in un desolato tramonto.
Dopo aver decantato il sonetto in endecasillabi cifrati, alternati a scoregge roboanti da festa del patrono, la stessa Lory ha invitato tutti i presenti ad unirsi a lei per cantare a squarciaretto tutte le Osterie nonchè gli stornelli appresi da bambina al campo scuola bergamasco Suffragette oggi, Puttane domani.
Thursday, 2 December 2010
Wednesday, 1 December 2010
È tempo di proteste, di quelle a muso duro, che facciano capire che noi non siamo d'accordo.
Non parlo certo di studenti, o di politici messi in imbarazzo da documenti segreti, ché non mi interessano certe facezie, parlo del modo indegno in cui hanno infangato uno dei più recenti idoli di noi intellettuali italiani, quello per cui il cuore valeva molto, ma molto di più di ogni singola e poderosa stecca, molto di più di un'agonizzante videochat in cui noi fans abbiamo ascoltato più la sua anima, che non le sue parole (e sfiderei il più grande logopedista del mondo a farlo).
Ora che viene diffuso dal nostro stesso eroe un bellissimo video in cui dimostra di aver superato qualunque problema di dizione avesse mai avuto, cosa fanno le malelingue? Insinuano che fosse tutta una montatura, che la rai volesse spillarci i soldi del televoto puntando al nostro buon cuore e alla carità, invece di gioire, come giusto, insieme a questo moderno personaggio deamicisiano.
Vergognatevi, singolarmente e come collettivo di persone crudeli e malfidate.
Noi qui continueremo a versar lacrime e a mandare sms da un euro l'uno a suo favore, nonostante sia stato eliminato e nonostante X Factor sia finito, per far sentire forte e chiara la nostra protesta.
L'unico cruccio? Che non gli abbiano fatto cantare questa.
À la prochaine.
E.
P.S.: Io lo so che due giorni fa abbiamo detto "troppi necrologi", ma quando uno dei nostri più grandi esempi di arte e di vita (lui davvero) decide di beffare la morte, non possiamo che salutarlo con tutto il nostro rispetto.
Tuesday, 30 November 2010
Ieri andava in onda l'ultima puntata di un baraccone mediatico con rari e scarni addobbi di politicamente scorretto, a parte il mettere poi sfarzosi balletti in pieno bagaglino style e due capriole nella bara per Paolo Conte che ci stanno tutte (vai Paolo, la prossima faccela carpiata...e oleee!).
Un Vieni Via Con Me tirato in piedi tanto per farci annuire come caproni al pascolo con dieci dodici Quanto è vero a puntata; come se non sapessimo che quel puzzo che sentiamo tutti i giorni è realmente merda e non fumo di concia. Eppure, immaginandoci un pomposo Fazio che ci presenta con il microfono ben piantato nel retto ed il patetico sorriso da koala innamorato, ecco la nostra personale lista di cose che ci mancano dell'Italia (continuando comunque a viverci dentro):
- ci manca il buon cinema, quello di gente come Boldi che, coi finanziamenti statali alle spalle, si vanta della sua comicità non volgare nelle interviste; questo dopo averci propinato per natale peti esplosivi e pupazzi di neve con scope nel culo (e questo solo nei trailer domenicali);
- ci mancano i cari treni italiani, quei bei carri bestiame lerci come latrine turche e affollati come concerti di Gigi D'Alessio con Napoli nel cuore;
- ci mancano gli anticlericali che smerdano il papa e la chiesa tutta pubblicando sotto le Edizioni Paoline.
- ci manca un po' di sano fumo negli occhi di qualche scandaluccio fresco fresco da salotto bene con Barbara Impulso, di quelli con un milione di versioni tutte false, che ci faccia dimenticare anche solo per un attimo le nostre personali pezze al sedere;
- ci mancano le nostre madri con le loro menzogne culinarie mentre cerchiamo una paninoteca aperta alle 3 di notte
"mamma non hai messo i capperi negli involtini giusto?"
"certo che no, caro!"
numerica stimata: 18 capperi per cm quadro di braciola;
- ci mancano gli idoli italiani di una volta, ma se son tutti come la mascotte Ciao dei mondiali del '90 ne facciamo volentieri a meno;
- ci mancano quelle belle raccolte fondi sulla salvaguardia dei papaveri del basso Lazio e le buone vecchie campagne "una firma contro la droga", chè una firma, si sa, fa bruciare oppierie intere come le maledizioni di Fu Manchu;
- ci manca il poter comprare le parole a peso ai mercati Zanichelli, come il buon Mark Zuckerberg, animo nobile da segaiolo e cuor di novello miliardario, innamorato della parola Face. Speriamo solo che qualche pornostar italiana non prenda una lampionata decidendo di comprare anche la parola cazzo, altrimenti toccherà pagare i diritti pure su quello;
- ci manca il rigare dritto, lo scegliere la vita, diventare come tutti gli altri, con il lavoro, la famiglia, il maxitelevisore del cazzo, la lavatrice, la macchina, il cd e l'apriscatole elettrico, buona salute, colesterolo basso, polizza vita, mutuo, prima casa, moda casual, valigie, salotto di tre pezzi, fai-da-te, telequiz, schifezze nella pancia, figli, a spasso nel parco, orario di ufficio, bravo a golf, l'auto lavata, tanti maglioni, natali in famiglia, pensione privata, esenzione fiscale, tirando avanti lontano dai guai, in attesa del giorno in cui morirai.
Monday, 29 November 2010
Come se non bastassero la crisi di governo, i rifiuti a Napoli, le botte a Fede e la figlia della Nannini, ci piomba tra capo e collo il nuovo album dei Take That, imbolsiti come nemmeno i migliori Duran Duran e forti del ritorno del sempre mediocre Robbie Williams, spacciato per grande star rientrante nonostante il rovinoso declino della sua carriera solista.
Riusciranno i nostri intonatissimi eroi a far rivoltare ancora nella tomba i Beatles grazie a chi all'epoca li definì loro eredi, a smuovere nuovamente i cuori (e le assordanti corde vocali) di milioni e milioni di bercianti decerebrate e a vendere tonnellate di compact disc nell'era del download digitale, nonostante nel loro ultimo video ricordino molto da vicino l'ineffabile Immanuel Casto sulla copertina del suo Hits?
Mi auguro di no, dal profondo del mio cuore.
À la prochaine.
E.
P.S.: Riceviamo l'inaspettatissima (col cazzo, c'aveva 84 anni) notizia della dipartita di uno dei nostri attori preferiti. Siccome tra morti attuali e future di necrologi ne abbiamo già messi abbastanza, lasciamo l'incombenza a chi se ne occupa regolarmente. Possiamo solo aggiungere, alla luce di questo articolo, che a volte la morte sceglie proprio quelli sbagliati.
Sunday, 28 November 2010
Muore oggi, con sommo dispiacere dei telespettatori tutti, Tiberio Massimo Maria Giulio Armando Culo Timperi, da tutti conosciuto come Tiberio Timperi (qui sopra con la candela votiva regalata a noi di idiosincrasialterata) .
IL FATTO. Il buon Tiberio, subito dopo aver terminato di condurre a fianco dell’imbolsita-ma-tirata Stefania Orlando la quattromilaseicentonovantasettesima puntata de “Il Lotto alle Otto “, si apprestava a tornare a casa dove ad attenderlo c’era Birillo, il buon bracco dalla vescica debole regalatogli per il compleanno dal telecronista sportivo Bruno Pizzul (con la dedica “all’uomo con gli occhi più belli del mondo, ti porterà tanta fortuna”). Ed è stato proprio salutando il buon Pizzul che Tiberio se n’è andato: infatti dopo aver premuto il pulsante per chiamare l’ascensore, veniva distratto dall’ex commentatore della nazionale di calcio e di catch sulle anguille, che lo invitava al ristorante “Mortacci al Ragù” in Piazzetta Della Buona Sorte pronunciando le ultime parole che il presentatore avrebbe ascoltato: “ Tibeeeerio, vieni a cena con meeee e Paaaaaolo Maldini?”.
Nel frattempo le porte scorrevoli si aprivano per un guasto, senza che l’ascensore fosse ancora arrivato, emettendo il classico “Dlin Dlon” di arrivo al piano.
Un passo. Solo un passo è stato fatale. Oltre al suo sguardo di ghiaccio rivolto verso Bruno e non dritto davanti a se, come avrebbe dovuto fare per salvarsi.
La risposta all’invito non è mai arrivata. E’ precitato giu per 8 piani. 28 metri di caduta. Queste le sue ultime parole.
Addio dolce principe dagli occhi azzurri. Di te ricorderemo soprattutto il fatto che non ci ricordiamo assolutamente nulla di meritevole per cui dedicarti una prece.
Saturday, 27 November 2010
Friday, 26 November 2010
Thursday, 25 November 2010
L'amarissimo digestivo Giuliani avrebbe aggredito ieri sera il buon Fede come da rigorosa tradizione a fine di un lauto banchetto, ma anzichè fargli digerire i tre etti di pappardelle alla lontra ed il filetto d'antilope gli avrebbe provocato un'emicrania cubica guaribile in 3 giorni (sei). Si ignorano al momento i motivi della presunta aggressione, anche se un gossip rubato dagli archivi di Corona (direttamente dalla cartella "cazzate plausibili su cui estorcere") rivela i piccanti retroscena della battaglia per l'affidamento di Leopoldino, nipotino di Giuliani ma anche figlioccio e protetto del nostro antitetico giornalista. Il medicamentoso Giuliani si sarebbe risentito con Fede per aver introdotto il nipotino Leopoldo a feste pelobloccanti di bassa lega e ai riti orgiastici della stoppa presso la confraternita dell'Asso a Bastoni; qui sotto tre dei suoi massimi esponenti attualmente ricercati dalle autorità: da sinistra Spompanato Maila ( 42 anni - salvata da una vocale ), Pasqualino "Sette Bellezze" Bortolotti ( 51 anni - qui con il suo fido destriero BellerofRonte ) e Sportelli Nando ( 63 anni - in arte Reginello ).
Wednesday, 24 November 2010
Tuesday, 23 November 2010
Monday, 22 November 2010
Un vecchio adagio recita “Mal comune, mezzo gaudio”, ma se è per questo anche mia nonna era solita recitare sibillina “Finchè la bocca prende e il culo rende, in malora le medicine e chi le vende”.
Cosa vuol dire questo?
Ovviamente uno stracazzo, ma ci piace cominciare così questa settimana un po' uggiosa e un po' scaciona, dove le notizie sui giornali sono più succose di qualsiasi aggiornamento reality.
Che non si possa più fare affidamento su nulla lo avevamo subodorato già anni fa, ma che ci saremmo dovuti confrontare con la caduta di ogni punto fermo che ci circonda no, questo proprio non ce lo aspettavamo.
L'Onu plaude il Papa per la sua apertura all'uso dei condom, ma ancora non gli perdona l'attacco immotivato e crudele al pianeta Naboo quando, sotto le vesti bisunte di Darth Sidious, guidò un'intera armata di pretini sturasederi alla conquista di minorenni e verdi popovich.
Noi, da parte nostra, possiamo solo piangere l'addio alle scene di Jenna Jameson, ripresa qui sopra dall'occhio malandrino del fotografo mentre si intrattiene giocosamente con l'onorevole Maroni durante le prove della trasmissione Vieni via con me. Grazie Jenna. A te e a chiunque abbia avuto il buon gusto (nonché cuore) di coccolare le nostre notti insonni con il semighezziano palinsesto di Cattivi Pensieri su TeleCapri.
Sunday, 21 November 2010
Tutto è iniziato con una fellatio ed è finito con un Bocchino.
E’ così che potremmo riassumere la carriera politica della poliedrica Mara Carfagna (qui sopra in un'immagine presa dal serial che la vede protagonista) : da ligia scolaretta a subrette disimpegnata, da Madame Pompadour (più pompa che dour) campana ad intransigente donna politica che neanche Margaret Tatcher.
La Nostra nasce nel 1975 a Salerno. Battezzata Maria Rosaria Diletta Bucolica Carfagna detta Mara, si intuisce sin da subito che la sua sarebbe stata una carriera sfavillante: alle scuole medie si fa fotografare in pose equivoche col professore di religione Tullio Piccirillo, detto “O’Polipone” per via del suo vizio di allungare un po’ troppo le mani sulle sue studentesse, ma senza disdegnare neanche qualche bel ragazzotto. Ottiene così la carica di rappresentante di classe e la perdita della verginità.
Al liceo scientifico decide di scalare le vette del potere scolastico relazionandosi intimamente con nell’ordine :
- in primo superiore il bidello Ciro Scognamiglio di anni38, affetto da calvizia incipiente e da colite cronica, un povero cristo bisognoso di affetto che lei mollò quando smise di procurarle briosche calde alle 10:45, ora della ricreazione. Ricreazione che lui sfruttava per espletare i suoi bisogni fisiologici;
- in secondo superiore il rappresentate d’istituto Giovanni Colantuono di anni 19 , storia finita male dato che lo stesso vergò sui muri del bagno la frase “Mara, tu sì propria ‘na bucchinara!”;
- in terzo il professore di filosofia Aristide Esposito detto “il Formaggione” di anni 46, dalla folta barba grigia e comunista fino alla punta dei piedi che era solito non lavare mai (da qui il suo soprannome), cosa che segnò la fine della loro storia dopo pochi mesi e il tracollo dei voti in filosofia della povera Mara;
- in quarto superiore il preside Gennaro Moscati, uomo dal profondo retaggio cattolico. Retaggio che gli impedì di penetrare l’intimo fiore di Mara, ma non di violarle con la sua verga gigante la cavità orale e il dioceneliberi, investendola così di tutta la sua autorità.
Grazie al suo lavoro diplomatico, Mara ottenne la carica di rappresentante di istituto ad interim fino al suo diploma.
Dopo aver finito il liceo, la giovane Mara capi subito che era destinata a cose importanti, a cambiare il mondo grazie alle sue grandi doti oratorie. Per questo decise di fare la subrette.
Dal 2000 al 2006 viene coinvolta in varie Gang Bang mascherate da programmi televisivi , come ad esempio “Piazza Grande”, il cui nome suggeriva sin da subito il gran Cuore e non solo della nostra, insieme al nano superdotato Giancarlo Magalli; o anche “La Domenica del Villaggio” (dove veniva coinvolto addirittura un intero paese) con il freak Davide Mengacci che la costringeva a telecamere spente a pratiche non troppo sane usando la sua tintura per capelli.
Ma nel 2007 avviene la svolta della sua vita: alle premiazione dei Telegatti, dove Mara partecipava in qualità di scalda sedia, il premier Silvio Berlusconi dichiara “ Se non fossi già sposato, la sposerei immediatamente. Però intanto un bel sorsone del mio cobra già che ci siamo?”, provocando le ire della moglie Veronica e spalancando la carriera politica e le labbra della Nostra. (FINE PRIMA PARTE )
Saturday, 20 November 2010
Friday, 19 November 2010
DeconstЯuction of the MemoЯies # 3
Una delle più grandi colpe di mia madre è stata senza dubbio quella di negare a me e al mondo intero l’esistenza della tachipirina in compresse fino alle soglie del nuovo secolo. Questo, specie quando inizi a capire dai film su improbabili fughe da carceri di massima sicurezza che il tuo sedere deve essere patrimonio inviolabile, avrebbe scatenato tutta una serie di vicissitudini che mi avrebbero portato poi a vedere gli stati febbrili in genere come degli ignobili attentati al mio culo. Le supposte di tachipirina erano, e temo lo siano ancora oggi, non solo nei miei ricordi di bambino ma anche nella realtà, delle riproduzioni fedelissime in scala 1:30 dei missili Patriot che gli States usavano per contrastare gli Scud iracheni in piena guerra del Golfo, solo con la punta più acuminata e senza il viso di uno squalo incazzato che digrigna i denti. Ora, si da il caso che mia madre rispetti fedelmente gli orari di somministrazione farmacologica e se la prima supposta viene servita al malato alle due del pomeriggio per sfebbrarlo a dovere dopo il caffè è matematico che lo stesso paziente, una versione di me nemmeno adolescente e incurante ancora del mondo, verrà svegliato alle due di notte dalla madre, che, armata di supposta, sarà ben lieta di medicamentare con un Patriot in miniatura il suo retto ancora mezzo addormentato. Analogamente, la cosa poteva capitare al mattino, subito dopo la colazione, quando ancora pago del non dover andare a scuola e fiero del mio stato febbricitante mi preparavo all’ennesima mattinata in compagnia di Arnold, Vicky ed i Superamici nei loro costumi freschi di bucato.
Era proprio in quel momento esatto, quando mi gustavo l’ultimo rigurgito latte e cacao, che mia madre si presentava sulla porta della mia stanza con occhio vitreo e pronta, sì, diciamolo pure, a stroncarmelo nel diociliberi.
E mentre Arnorld chiedeva “Che cavolo stai dicendo, Willis?” tra finti applausi da sit-com il mio “Cosa cazzo vorresti fare, mamma?” con voce tremante rimaneva statico nel silenzio della cameretta.